
Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 14 Luglio 2025
Rifugio affollato? App consiglierà una nuova meta
LA NOVITÀ. Progetto di Cai e UniBg per contrastare l’over tourism: in rete tutti i sentieri e i rifugi delle Alpi.
Valbondione
Nasce sulle Orobie, dal lavoro congiunto che Cai e Università degli studi di Bergamo hanno svolto lo scorso anno, un progetto di ricerca innovativo, che mira a mettere in rete i rifugi di tutto l’arco alpino, per mappare i flussi di escursionisti e decongestionarli.
Che la montagna sia sempre più frequentata e questo possa creare, in alcuni contesti, problemi di sovraffollamento è un dato di fatto condiviso ormai dappertutto, dalle Dolomiti alla montagne orobiche. Tanto che al progetto di ricerca, che ha come capofila Unibg, hanno aderito dieci partner internazionali, tra i quali figurano l’unione dei Club alpini dei diversi Paesi europei e «Alparc», la rete di aree protette delle Alpi.
Il progetto che mira a gestire meglio i flussi di persone, grazie all’utilizzo della tecnologia, è stato annunciato da Lorenzo Migliorati, docente di Sociologia all’Università di Bergamo, nel corso del fine settimana che ha visto riunirsi al rifugio Barbellino (Valbondione) una nutrita delegazione di docenti e personale dell’Università, capitanata dal rettore Sergio Cavalieri, insieme a Paolo Valoti, past president del Cai Bergamo.
Si tratta della terza edizione di questo incontro in quota, che porta il personale dell’Università a stretto contatto con l’ambiente di montagna, per conoscere meglio i suoi punti di forza, le sue fragilità e le sue sfide. «Noi assorbiamo quello che ascoltiamo e vediamo qui e non ce ne dimentichiamo quando torniamo a valle», ha detto il rettore Cavalieri.
Che il lavoro dell’Università in montagna sia sempre più intenso - al punto che Valoti ha definito Unibg «un centro di progettualità nazionali e internazionali per le montagne» - lo dimostra l’iniziativa presentata da Migliorati, che ha come titolo «SmartHaP», acronimo di «Smart alpine tourism management for resilient huts and paths». Nel progetto, presentato nei giorni scorsi all’Unione europea, per ottenerne il finanziamento (il costo complessivo è di due milioni e mezzo di euro), si mette in evidenza come priorità del programma «l’innovazione e la digitalizzazione come supporto a una regione alpina green».
I sentieri in rete
L’idea di una messa in rete di tutti i sentieri e i rifugi dell’arco alpino nasce dalla considerazione che «l’aumento del numero di visitatori e la presenza di nuove ed eterogenee forme di frequentazione riguardano tutti i territori alpini».
«Siamo partiti dai dati raccolti sulle Orobie lo scorso anno grazie agli ecocontatori - precisa Migliorati -. Nei sentieri più frequentati, come quelli per il rifugio Curò e il rifugio Calvi, sono stati rilevati in alcune giornate di agosto i passaggi di oltre mille persone. Ad agosto, complessivamente, oltre 15mila persone». Da qui l’idea di introdurre una governance dei flussi turistici, per gestirli meglio e contrastare i problemi - citati esplicitamente nel progetto - di over tourism e pressione sugli ecosistemi. «Dalla condivisione con i dieci partner internazionali del progetto, abbiamo visto che questi problemi vengono sentiti da tutti nello stesso modo: non sono tipici solo di una regione delle Alpi - spiega Migliorati -. Da qui l’idea di un progetto internazionale unitario per tutto l’arco alpino».
La gestione dei flussi grazie a un’app
«Gli utenti potrebbero sapere quante persone già sono presenti su un sentiero o in un rifugio e avere dei suggerimenti, sulla base del proprio profilo, per essere reindirizzati su altri percorsi. Se, per esempio, arrivo a Valcanale e scopro che ci sono già tremila persone al rifugio Alpe Corte, l’app potrebbe suggerirmi, sulla base della mia preparazione, di salire per un’altra ora di cammino e fermarmi in un’altra località».
Se il progetto sarà ammesso alla seconda fase di selezione, da novembre sarà sviluppato nei dettagli: «La nostra idea - ha anticipato Migliorati - è di presentarlo in Università, con un seminario insieme a tutti i partner, il prossimo 11 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle montagne».
Nel frattempo, come ricordato nell’incontro al Barbellino, torna anche quest’anno, per la seconda edizione, il progetto di studio «Un rifugio per amico», basato su questionari sottoposti - tramite un qr-code - a chi arriva nei rifugi. «L’obiettivo - ha detto Valoti - è conoscere come si muove la gente in montagna e quali aspettative ha».
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