Scuola e valutazioni, i dirigenti: «Promuovere tutti è sbagliato, meglio potenziare i recuperi»

Bocciare sì o bocciare no. Con l’arrivo degli ultimi mesi dell’anno scolastico (e in attesa di capire se si potrà tornare in presenza), il mondo della scuola si interroga su cosa succederà con le valutazioni di fine anno.

L’anno scorso la ministra Lucia Azzolina aveva scelto di promuovere tutti gli studenti e le studentesse di ogni ordine e grado, quest’anno il suo successore Patrizio Bianchi non si è ancora espresso sul tema.

Una situazione delicata, considerate le difficoltà che, anche nell’anno scolastico in corso, le scuole hanno dovuto affrontare. I dirigenti scolastici orobici non sembrano avere dubbi: valutazioni, anche negative, servirebbero a valorizzare il lavoro dei singoli. «Attualmente non abbiamo avuto indicazioni chiare dal Ministero su questo tema – spiega Imerio Chiappa, dirigente scolastico del Paleocapa di Bergamo –. Di certo posso dire che in questi mesi la Dad è stata fatta dai docenti in maniera seria: hanno fatto il meglio nella condizione in cui si sono trovati. Lo stesso vale per gli studenti: i ragazzi si sono impegnati nel seguire le attività a distanza. Questo però vale per tanti studenti, ma non per tutti: ci sono stati anche quelli che si sono disinteressati, non si sono presentati alle lezioni virtuali, non hanno rispettato le consegne. Io credo che, tenendo presente le difficoltà del periodo, ma anche il fatto che le lezioni a distanza non sono le stesse che in presenza, sia necessario trovare una giusta via di mezzo tra la promozione di massa e le bocciature che ci sarebbero in un periodo “normale”. I ragazzi che hanno mostrato impegno, volontà e risultati accettabili vanno tutelati, magari anche con la possibilità di recuperare l’anno prossimo apprendimenti parziali o non completi. Gli altri non credo possano essere portati avanti. La valutazione va fatta caso per caso, ovviamente».

Una posizione comune ai dirigenti. «Promuovere tutti credo manderebbe nello sconforto studenti e famiglie – dice Ugo Punzi, dirigente scolastico del Mascheroni di Bergamo –. Non è stato un anno regolare, anche se le scuole non hanno perso nemmeno un giorno di lezioni. Gli strumenti di valutazione non possono essere gli stessi degli anni scorsi, ma non siamo nemmeno nelle condizioni dell’anno passato in cui è accaduto tutto senza strumenti. Qualcuno teme ricorsi contro i provvedimenti più netti: ma se la scuola ha lavorato bene, non mi sembra corretto appiattirsi nella paura di questo tipo di possibilità. La valutazione deve essere efficace e orientativa. Quando è seria è nell’interesse anche degli studenti. La valutazione è un momento in cui si dà risposta anche all’impegno degli studenti. Per un anno ci poteva stare non bocciare, soprattutto viste le difficoltà eccessive. Due anni di fila sarebbero troppi». Una soluzione potrebbe essere anche quella di potenziare attività e corsi di recupero il prossimo anno. «Che già lo scorso anno erano stati prospettati – conclude Alessio Masserini, dirigente del Valle Seriana di Gazzaniga –, ma poi nella pratica più di tanto non sono stati praticati. Già quest’anno quindi si è partiti con situazioni non completamente sanate. Si tratta di un bel problema, magari si potrebbe dare l’opportunità di colmare le lacune con corsi obbligatori. Personalmente sono convinto che la scuola pubblica sia un diritto: bisogna dare la possibilità ai ragazzi di raggiungere un obiettivo formativo, anche attraverso strategie adeguate per un lavoro più approfondito di recupero. Una bocciatura deve essere sempre l’ultima spiaggia».

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