Vita e montagne: sul palco storie di «scalatori»

NEMBRO. Auditorium affollato: racconti di chi ha affrontato malattie e disabilità e di chi si è misurato con la natura.

volte si conquistano cime, altre volte si conquista il ritorno a una normalità, altre ancora un nuovo equilibrio. E «Scaliamoci» ha conquistato il pubblico che, numeroso, ha riempito la platea dell’auditorium «Modernissimo», qualche sera fa, e si è lasciato coinvolgere, emotivamente, dai tanti contributi portati in scena dall’evento organizzato dal Gruppo alpinistico nembrese, dal Comune di Nembro, e dal Club alpino accademico. Alla regìa dell’evento Claudio Inselvini, che, a fine serata, ha ricevuto in dono una targa di ringraziamento «per averci guidato in questa meravigliosa scalata».

«È stata una trasposizione di concetti, non certo un parallelismo – ha specificato a inizio serata Claudio, il regista – perché non si può fare parallelismo tra una persona che sceglie di fare una scalata (l’alpinista) e una persona che ha avuto la mancata fortuna di non avere una buona salute (“scalatore” di vita). Non è un parallelismo ma una metafora, e la usiamo proprio per rendere il concetto. Quello che ci piacerebbe, con questa serata, è seminare il concetto, e quando è stato da tutti compreso, quando tutti hanno idea di cosa voglia dire scalare, possiamo allora innescare il racconto della persona che vive tutti i giorni “scalando” la vita». Attraverso la serata si è così capito che dignità, coraggio, energia e desiderio di condivisione sono qualità presenti e vivono in ciascuno di noi, ma soprattutto possono essere virtù fondamentali, strumenti grandiosi, per conseguire l’obiettivo di una vita che sia la migliore possibile.
Sul palco si sono alternati, gli uni legati agli altri, in una simbolica «cordata», alpinisti e persone a stretto contatto con malattia, disabilità e fragilità, e mentre le immagini e i racconti degli scalatori hanno proposto emozioni e situazioni vissute in montagna, gli «scalatori di vita» hanno portato racconti ed esperienze di chi scala ogni giorno, con ben diverso impegno, le montagne della vita.

«Questo è l’intento – spiega Claudio –: conoscere per poter capire. Ascoltare per avvicinarci. In questo la montagna ci è maestra, perché sempre ci pone in ascolto. I racconti e le immagini degli scalatori ci hanno preso per mano, per condurci là dove la scalata della vita è una costante imprescindibile»

Una ventina le persone che si sono alternate sul palco portando la propria testimonianza «Qualcuno ha raccontato di montagna, qualcuno di vita – conclude Claudio –, accompagnati dalla musica di Michele Lancellotti e dalla voce di Francesca Spada siamo stati in cordata, abbiamo scalato pareti verticali e fondato un campo base». «Le vostre parole sono arrivate in modo potentissimo – ha ringraziato Sara Bergamelli, assessore all’Istruzione – e già cominciano a dare frutti».

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