La danza per migliorare la vita degli ammalati di Parkinson

IL PREMIO. All’Associazione Immaginare Orlando il riconoscimento nella categoria «Cuore Bergamasco» con il progetto «Dance well».

Danzare per contribuire ad una vita migliore per le persone affette dalla malattia di Parkinson: è questo il fine ultimo del progetto «Dance well» portato a Bergamo da Immaginare Orlando aps, con il quale l’associazione bergamasca si è aggiudicata la vittoria nella categoria «Premio Cuore Bergamasco» del «Premio Bergamo Terra del Volontariato». Il progetto è nato a Bassano del Grappa al Csc Centro per la scena contemporanea e si è poi diffuso sia in Italia che in Europa, venendo riconosciuto nel 2019 dall’Organizzazione mondiale della sanità che lo ha inserito tra le pratiche virtuose sull’efficacia medica dell’utilizzo dell’arte terapia.

Gli ingredienti potenti

«Si tratta di un progetto che è sempre più riconosciuto a livello nazionale e internazionale perché porta in sé ingredienti potenti: la commistione di pubblici, la decostruzione dello stereotipo della malattia e la pratica di cura che esce dagli ambienti medici per entrare in spazi istituzionali e centrali della città» spiega Mauro Danesi, vice presidente dell’Associazione Immaginare Orlando e referente del progetto Dance Well.

La giuria di «Bergamo Terra del Volontariato» ha scelto di premiare l’associazione «per il progetto finanziato per l’anno 2023 dalla Fondazione della Comunità Bergamasca, che si è dimostrato un esempio concreto di welfare culturale a forte impatto sociale: uno dei tanti progetti che l’associazione porta avanti sul territorio bergamasco lavorando con delicatezza ed efficacia nell’affrontare la complessità tramite la cultura, mostrando come le differenze possano contribuire alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano e sociale, trattando tematiche attuali con sensibilità e valorizzando l’apporto dei giovani».

Il progetto utilizza la pratica artistica della danza all’interno di spazi museali e contesti artistici pubblici, coinvolgendo prevalentemente persone che convivono con il Parkinson ma non solo loro per creare spazi di incontro trasversali.

Un progetto settimanale

A Bergamo ha preso il via negli spazi dell’Accademia Carrara durante l’edizione 2020 del Festival Orlando, grazie all’impegno di Immaginare Orlando con la collaborazione di Accademia Carrara Educazione e la relazione con diversi istituti sanitari della città e della provincia.

Dal novembre 2021 è diventato un progetto settimanale continuativo. «In questi anni abbiamo avuto una crescente richiesta di cittadini e cittadine che vogliono partecipare al progetto - racconta Danesi -. Per l’annualità 2022/2023 abbiamo avuto una lista d’attesa lunghissima, quindi con l’avvio del nuovo percorso in autunno abbiamo scelto di raddoppiare il gruppo proprio grazie al sostegno della Fondazione della Comunità Bergamasca». Dall’1 ottobre 2023 sono così attivi due percorsi, per un totale di 60 partecipanti.

Con «Capitale della Cultura»

Inoltre, per l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura l’associazione ha scelto di promuovere un’azione straordinaria: da marzo a luglio 2023 «Dance Well» oltre ad abitare gli spazi dell’Accademia Carrara ha fatto tappa in diversi luoghi del patrimonio culturale delle province di Bergamo e di Brescia. «È stato bellissimo perché si è creato un movimento di persone che provavano la pratica in centri distanti da Bergamo».

Il ruolo dei volontari

Una novità resa possibile proprio grazie al volontariato: 20 volontari si sono impegnati con costanza per rendere possibile la realizzazione di tutte le tappe del progetto.

Un esempio concreto di welfare culturale: «Welfare culturale è un termine di cui si parla tanto negli ultimi anni: prima a livello europeo e poi nelle pratiche dei singoli comuni. Per noi si tratta di andare a rendere permeabili quei confini tra progetti culturali e progetti sociali. È nelle corde di Orlando, che da sempre attraverso la cultura vuole avere una ricaduta sociale. I nostri progetti attraversano entrambi gli ambiti, senza tradirne nessuno dei due ma costruendo connessioni e dialoghi e dimostrando che i confini a volte sono necessari ma sono anche costruzioni culturali che possono essere messe in discussione per creare cose bellissime».

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