(Foto di Foto Bedolis)
Volontariato / Bergamo Città
Venerdì 05 Dicembre 2025
L’impegno agli Stati generali del volontariato: «Al centro la persona»
SFIDE FUTURE. Giovedì 4 dicembre la chiusura degli Stati generali. Il decalogo in un Manifesto. Bianchi: «Punto di arrivo e di rilancio». Alla tavola rotonda del Csv politici, associazioni, Fondazioni, Ats e Università. Premiate cinque realtà territoriali.
(Foto di Foto Bedolis)
«Siamo orgogliosi del nostro Manifesto. I suoi dieci punti sono di arrivo, ma anche di rilancio, per tutto il volontariato bergamasco. Vogliamo mettere al centro la persona». Con queste parole, ieri al cinema Conca Verde, Oscar Bianchi, presidente del Csv, Centro di servizio per il volontariato di Bergamo, ha salutato il pubblico all’evento di chiusura degli Stati generali del Volontariato. Un evento giunto alla terza edizione e da intendersi come riferimento per le realtà territoriali. «Sabato (6 dicembre, ndr) saremo a Palermo – ha aggiunto Bianchi –, capitale del volontariato di quest’anno (nel 2026 sarà Modena, ndr). Ricorderemo al presidente Sergio Mattarella che Bergamo nel 2021 fu la prima».
Il significato del farsi prossimi all’altro
«Essere utili dà un senso all’esistenza umana e alla polis»
Il significato del farsi prossimi all’altro è stato declinato in senso politico da Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia: «Sono stato volontario anch’io, si riceve più di quanto si dà: è una base importante anche per chi si occupa della cosa pubblica», e dalla sindaca Elena Carnevali: «Essere utili dà un senso all’esistenza umana e alla polis». Ed è stato affrontato in tre momenti: la lectio magistralis del duo filosofico di «Tlon», Maura Gancitano e Andrea Colamedici; una tavola rotonda dedicata ai dieci punti del Manifesto degli Stati Generali; e infine la premiazione di cinque realtà territoriali: le associazioni InConTra (di Bergamo, con i suoi progetti di giustizia riparativa rivolti anche alla realtà ucraina), Il Porto (di Ponte San Pietro, specializzata nel supporto ai migranti), We Care (giovani della Val Seriana impegnati nella vita sociale e civica), Le Iris di Trebecco (con i suoi giardini diffusi in memoria delle vittime di femminicidio) e Olive aParte (con il suo impegno teatrale nel Sebino).
Le sfide in un decalogo
I dieci punti del Manifesto sono altrettante sfide: uscire dalla propria «bolla» e andare incontro alle persone; riaccendere la passione per la cosa pubblica; riscoprire il ruolo della denuncia; pensare in modo collettivo; rimettere al centro le persone; trasformare il linguaggio in senso efficace e rispettoso; costruire le narrazioni più significative; suscitare domande più che dare risposte; imparare a fare spazio alle nuove generazioni.
IA: quale impatto?
«L’IA generativa rischia di farci sentire inutili. La nostra è un’epoca di solitudine e di abbandono. Il volontariato ci fa sentire importanti»
Ma come riassumere tutto questo? Suggestiva la proposta di «Tlon», che ha riflettuto sul rapporto tra il volontariato e l’impatto dell’Intelligenza Artificiale. Per Gancitano, «ciò che la IA non sa fare, pensiamo al concetto di “cura”, è proprio il punto di forza del volontariato. Siamo immersi in un modello performativo, di produttività accelerata. Si entra in collisione con la qualità delle relazioni, che richiedono tempo». Al di là della polarizzazione tra tecno-entusiasmo e tecno-fobia, il senso è questo: «L’IA generativa rischia di farci sentire inutili. La nostra è un’epoca di solitudine e di abbandono. Il volontariato ci fa sentire importanti». Colamedici chiosa: «Siamo perennemente esposti al dolore dell’altro. O ci anestetizziamo o ce ne prendiamo cura. Ma il volontario, da solo, non può fare nulla. Bisogna organizzarsi per non avvertire un senso di impotenza».
Le riflessioni alla tavola rotonda
«Non è possibile aspettare le persone con un bisogno, bisogna andar loro incontro»
Nella tavola rotonda, ogni relatore ha commentato i punti del decalogo aggiungendovi sue riflessioni. Chiara Tommasini, presidente di CsvNet, ha ricordato, a proposito delle narrazioni dei casi virtuosi, il lancio del web magazine Vdossier. Paolo Franco, assessore regionale alla Casa, ha sottolineato il ruolo del Csv «nel formare i volontari, di cui oggi non si può fare a meno». Per Marcella Messina, assessora bergamasca alle Politiche sociali, «non è possibile aspettare le persone con un bisogno, bisogna andar loro incontro», secondo quel dialogo tra pubblico e privato che è stato ricordato, da parte della Fondazione della Comunità bergamasca, anche da Renato Bresciani e, da parte della Provincia di Bergamo, dal consigliere Massimiliano Serra (con delega ad Associazionismo e terzo settore), forte della sua esperienza in coprogettazione e coprogrammazione.
Da Ats l’invito a «organizzarsi meglio»
Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats Bergamo, ha incitato il mondo del volontariato, «che è fondamentale», a organizzarsi di più e meglio, a «fare un passo avanti e ad accettare la sfida di misurare non solo la quantità, ma anche la qualità di ciò che fa: talvolta noto con rammarico come sia più facile mettere d’accordo grandi organizzazioni che tre associazioni da poche persone l’una». E se Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo, ricorda anche alle matricole, sia pure in altro ambito, «di uscire dalla loro comfort zone e di mettersi in relazione con gli altri», il richiamo di Giuseppe Giovanelli, delegato vescovile per la prossimità e la cura, suonava così: «Se non ci sono legami, se non c’è uno sguardo sull’altro, ci sono solo interessi. La persona deve essere al centro, ma la persona non è un ideale, è incarnata: è un corpo che gioisce e che soffre».
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