Oikos, da 25 anni il diritto alla salute garantito a tutti

L’anniversario L’ambulatorio di medicina generale in Borgo Palazzo aperto a chi non ha accesso al Sistema sanitario nazionale. Finora 19.060 utenti.

Garantire il diritto alla salute per tutti. È con questo obiettivo che da 25 anni l’Associazione Oikos opera sul territorio bergamasco grazie alla presenza di un ambulatorio di medicina generale attraverso il quale fornisce assistenza sanitaria alle persone che non potrebbero avere accesso al Sistema sanitario nazionale perché non in possesso della tessera sanitaria. «L’associazione ha visto i suoi prodromi nel 1994 su intuizione di Maria Chiara Boninsegna che nel 1997 ha poi fondato l’associazione e l’ha guidata come presidente per più di vent’anni - racconta l’attuale presidente Maria Carla Marchesi -. Dopo 25 anni di onorato servizio ha lasciato la carica di presidente e in questo 25° di fondazione vogliamo ringraziarla e ricordare la riconoscenza che tanti le dimostrano per aver garantito a tutti un percorso di salute».

Servizio di banco farmaceutico

L’ambulatorio di Oikos, aperto due pomeriggi a settimana dalle 16 alle 19 nei locali messi a disposizione gratuitamente dagli allora Ospedali Riuniti di Bergamo in via Borgo Palazzo 130 (padiglione 12), svolge di fatto la funzione di medico di base per tutte quelle persone non iscritte o non iscrivibili al Servizio sanitario nazionale come immigrati senza permesso di soggiorno o persone senza fissa dimora. Oltre a fornire un servizio di banco farmaceutico per le persone che non possono permettersi di pagarne i costi. «Oikos non si sostituisce al servizio pubblico, ma è un tramite perché le persone possano arrivare al servizio pubblico quando necessario e garantire così la cura alla salute prevista dalla nostra Costituzione», spiega Marchesi. «La nostra convinzione è che il servizio sanitario debba essere garantito a tutti. Così non avviene: l’abbiamo visto con grande evidenza durante l’epidemia da Covid quando è stato faticoso ottenere le vaccinazioni per le persone che si rivolgono a noi. La mancanza di vaccino creava problemi di salute pubblica e rappresentava un grande rischio per tutta la comunità. Alla fine ce l’abbiamo fatta grazie alla collaborazione con altre realtà che si occupano di marginalità sociale e ora questo canale è utilizzato con regolarità quando necessario».

L’ambulatorio di Oikos, aperto due pomeriggi a settimana dalle 16 alle 19 nei locali messi a disposizione gratuitamente dagli allora Ospedali Riuniti di Bergamo in via Borgo Palazzo 130 (padiglione 12), svolge di fatto la funzione di medico di base per tutte quelle persone non iscritte o non iscrivibili al Servizio sanitario nazionale come immigrati senza permesso di soggiorno o persone senza fissa dimora

La scorsa settimana l’ambulatorio ha registrato la cartella numero 19.060: è questo il numero degli utenti che sono passati attraverso l’associazione in questi anni, ognuno dei quali ha avuto accesso al servizio anche più di una volta. La media annua è di più di 1.250 pazienti ogni anno e nel 2019 l’associazione ha avuto un picco di più di 1.500 visite. In quell’anno più del 56% dei pazienti era di sesso femminile e l’età media si era notevolmente alzata: la fascia sopra i 50 anni è passata dal 2,2% del 1995 al 24,3% del 2019 e quella over 60 dall’1,1% del 1995 al 13,3% del 2019.

Le provenienze dei pazienti

Sempre in quell’anno il 37% delle persone che hanno avuto accesso all’ambulatorio era di origine africana, il 24,6% di origine europea, il 16,8% proveniva dall’America meridionale e solo il 4,5% dall’Asia. Un cambio rispetto al passato, quando nei primi anni di attività si registrava una forte presenza di persone di origine boliviana, mentre negli ultimi anni si è registrata una presenza significativa e costante di migranti provenienti da Marocco, Nigeria e Senegal ma anche dall’Ucraina e dall’Albania. «Molte di queste persone senza di noi non avrebbero accesso al sistema sanitario. Non ci sono solo gli stranieri irregolari, ma anche le persone che perdono la residenza e così non riescono più ad accedere ad alcun tipo di cura – racconta Vanda Manzetti, volontaria dell’associazione -. A loro non offriamo solo l’assistenza sanitaria, ma anche una consulenza dal punto di vista amministrativo, perché non sempre conoscono le leggi che li riguardano e i diritti che sono loro garantiti. Il nostro rapporto con il paziente è molto personale: da noi trovano quell’ascolto che spesso faticano a trovare. Per loro è importante essere lì, poter parlare ed essere ascoltati. Si crea così un rapporto di fiducia, questo li porta a ritornare». A causa della pandemia l’attività dell’associazione ha subito un lungo periodo di stop. Con il primo lockdown l’ambulatorio è stato chiuso; l’associazione ha ripreso le attività con un servizio di assistenza telefonico nel giugno 2020 e le visite in presenza sono state riaperto nel gennaio 2021 con un particolare protocollo di triage per garantire la sicurezza di tutti.

«Abbiamo quindi bisogno di incrementare la presenza di volontari, sia personale medico che non: siamo alla ricerca di persone interessate a darci una mano, che verranno poi accompagnate e formate come tutti i nostri operatori volontari»

Ora il servizio sta ripartendo a pieno ritmo grazie all’impegno di 8 medici volontari, 8 volontari impegnati in attività di segreteria (accoglienza dei pazienti, consulenze e informazioni, predisposizione delle cartelle) e ad altri 14 che collaborano per attività di vario tipo. Ora l’associazione è alla ricerca di volontari per poter garantire nuove fasce orarie di servizio: «Nel periodo pre Covid l’ambulatorio era aperto anche il sabato mattina e vorremmo tornare a farlo. Abbiamo quindi bisogno di incrementare la presenza di volontari, sia personale medico che non: siamo alla ricerca di persone interessate a darci una mano, che verranno poi accompagnate e formate come tutti i nostri operatori volontari». Per maggiori informazioni e per candidarsi come volontari scrivere a [email protected] o visitare il sito www.oikosbergamo.org.

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