Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 27 Novembre 2025
«Stati generali del volontariato, Bergamo territorio in fermento»
LA MANIFESTAZIONE. Il 4 dicembre si chiude la terza edizione. Il presidente
del Csv: un processo partecipato, attenzione crescente alle questioni sociali.
Gli Stati generali del volontariato bergamasco 2025 si chiuderanno il prossimo 4 dicembre. Oscar Bianchi, presidente di Csv Bergamo che li ha promossi, fa un bilancio di questa terza edizione.
Dopo circa tre mesi di incontri, dialoghi, laboratori e convegni, alcuni più con un taglio locale, altri con esperti noti a livello nazionale, gli Stati generali stanno arrivando al termine. Come sono andati?
«Sono stati un processo partecipato, nato dal coinvolgimento delle associazioni fin dalla fase di ideazione del lavoro e delle tematiche. Il percorso, articolato in quattro capitoli (Politica è partecipazione, Desiderio ostinato di umanità, Prossimità-Costruire legami inediti e L’orizzonte comune dei diritti, ndr), ha provato a entrare in profondità. Non solo per fotografare la situazione attuale del volontariato e delle sue dinamiche, ma anche per provare a impostare uno sguardo di prospettiva, per capire quali strade ci attendono, quali le sfide e i nuovi passi da compiere. Il tutto cercando di mettere a fuoco, con lucidità, fatiche e opportunità».
Come sta, dunque, il volontariato bergamasco?
«Gli enti iscritti al Runts (Registro unico nazionale del Terzo Settore) sono più di 2mila, di cui 800 organizzazioni di volontariato, circa 740 associazioni di promozione sociale e 250 organizzazioni della nuova sezione “Altri ets”. A questi si aggiungono poi le circa 290 onlus tutt’ora iscritte all’Anagrafe unica. In realtà, però, gli enti no profit sul territorio sono di più. Il volontariato bergamasco continua, infatti, a esprimere una vivacità reale, sia nei contenuti sia nelle forme organizzative. Certo, risentiamo anche noi del trend nazionale. Si riscontrano una minore presenza di volontariato strutturato dentro le organizzazioni e una fatica crescente nel gestire tutto ciò che riguarda la vita associativa. Vediamo inoltre crescere forme di volontariato più ibride, più occasionali, che però sono significative. Alcuni volontari storici scelgono di attivarsi anche fuori dagli schemi classici, su temi diversi e in modalità più flessibili. Bergamo è un territorio in fermento, con esperienze molto interessanti e un’attenzione crescente alle questioni sociali del presente. Il volontariato sta cercando di essere al passo, ampliando i temi storici e rendendo sempre più attuali i propri mandati».
Durante il percorso avete organizzato un momento molto partecipato con tanti giovani. Cosa chiedono i giovani al volontariato e cosa può offrire loro il volontariato?
«L’incontro intergenerazionale è una delle sfide del volontariato, e non solo. In fondo la domanda che investe tutte le generazioni è una sola: come possiamo organizzarci affinché la costruzione del bene comune sia mandato e patrimonio condiviso? Spesso diciamo che i giovani sono il futuro, ma è una verità parziale: sono già una parte fondamentale delle comunità. Con la loro capacità di sognare, immaginare nuovi scenari e portare uno sguardo critico, possono dare linfa al volontariato più tradizionale. Allo stesso tempo i volontari più storici possono essere compagni di viaggio preziosi. Devono però imparare a lasciare spazio e accettare che le forme cambiano».
Gli Stati generali sono stati realizzati con un partenariato molto ampio…
«È un valore aggiunto che ha permesso di approfondire i temi attraverso uno sguardo corale, proposte e interventi di qualità. Uno degli incontri più partecipati è stato quello relativo alla coprogettazione e alla coprogrammazione tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo Settore. Questo conferma quanto sia forte, nelle associazioni, il desiderio di trovare spazi reali di corresponsabilità. È un tema centrale, che richiede uno scarto culturale ma sicuramente capace di costruire azioni più sostenibili e di generare cambiamenti reali nelle comunità».
Nell’evento finale del 4 dicembre è prevista la lectio magistralis di Maura Gancitano e Andrea Gancitano dal titolo «Il volontariato, ossia quel che l’IA non può fare». Secondo lei come l’IA e le nuove tecnologie interrogano il volontariato e viceversa?
«È un tema sfidante, ma se vogliamo che il volontariato resti attuale dobbiamo necessariamente misurarci con ciò che il presente ci propone. L’Intelligenza Artificiale non va temuta. Al contrario va interrogata, capita, compresa come strumento. E come opportunità. Il 4 proveremo dunque ad aprire un dialogo, non certo a dare risposte definitive».
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