In ospedale dopo il salvataggio, la speleologa sta bene

È ricoverata nel reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Bergamo Ottavia Ottavia Piana, 31 anni di Adro, appassionata speleologa del gruppo del Cai di Lovere, impiegata nell’azienda di famiglia in Franciacorta (Piana Gru), «sepolta» nell’Abisso Bueno Fonteno dalla mattina di domenica.

Nell’Abisso Bueno Fonteno ci è entrata con quattro amici del Cai di Lovere: alle 15, mentre risale una grotta dall’appiglio a cui è aggrappata, si stacca un grosso pezzo di pietra che le finisce sul ginocchio. Una contusione, brutta, molto dolorosa: Ottavia non ce la fa a risalire. Davanti a lei, tra lei e il cielo, c’è un dislivello di un centinaio di metri che in condizioni normali avrebbe percorso in due ore e mezza o tre. Ma con il ginocchio messo così quella strada di grotte, cunicoli, verticali, strettoie dove devi strisciare, non è più praticabile: lei si deve fermare. La percorrerà, trascinata «a braccia» da un’imponente macchina dei soccorsi, in un giorno e mezzo abbondante: gli uomini e le donne del Soccorso alpino speleologico entrano attorno alle 20 di domenica e ne escono - tutti - martedì 4 luglio alle 13,36.

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È proprio a quell’ora esatta si sente la sua voce: «Sono fuori» dice. Poi il trasferimento in elisoccorso in Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo in buone condizioni: è stata sottoposta ad alcuni accertamenti alla gamba ferita, al momento non si conoscono le tempistiche per le sue dimissioni.

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