Villongo, la donna non è stata indagata
Nessuna relazione con il 43enne morto

Non c’era, né c’era stata, alcuna relazione amorosa, ma soltanto un’amicizia, tra la donna che lunedì mattina ha travolto e ucciso l’uomo, albanese di 43 anni, dopo che quest’ultimo l’aveva minacciata e ferita con un coltello fuori dalla biblioteca di Villongo, dove la donna lavora.

Lo ha spiegato la stessa donna ai carabinieri e al magistrato di turno. Da qualche tempo pare che l’uomo si fosse invaghito di lei, che è però sposata e madre di un bambino. Anche l’albanese era sposato con una connazionale e padre di due figli. I due si conoscevano da oltre 10 anni, ma la donna ha chiarito di non avere mai avuto rapporti intimi con l’uomo. Soltanto negli ultimi giorni pare che lui si fosse invaghito di lei: di fronte ai suoi rifiuti, l’avrebbe minacciata via messaggi e di persona e, domenica sera a Chiari, aveva anche speronato la sua auto. Tanto che la donna si era presentata dai carabinieri della locale stazione (senza però formalizzare alcuna denuncia) e i militari avevano poi chiamato in caserma anche l’albanese.

La donna non è stata indagata perché secondo la procura di Bergamo non si configurerebbe alcun reato, in quanto la donna stava scappando da una aggressione che avrebbe potuto avere anche esiti mortali per lei e non avrebbe comunque investito volontariamente l’albanese. È stato anche già dato il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari.

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