«Sacra Spina: segno che ci invita a osare per un mondo nuovo»

San Giovanni Bianco Il vescovo emerito Ottorino Assolari alla festa per la reliquia, in presenza dopo due anni. «Questa processione si apra alla speranza della pace».

«Questa processione con la reliquia della Sacra Spina apre il nostro cuore alla speranza. Alla speranza di un mondo nuovo, oggi purtroppo in pericolo per la guerra». Così il vescovo emerito di Serrinha Ottorino Assolari si è rivolto ieri ai fedeli, a conclusione della processione con la reliquia della Sacra Spina. Celebrazioni che sono tornate in presenza dopo due anni, a causa della pandemia.

Sabato sera la festa di luce, le bancarelle, la banda musicale e il luna park (le giostre resteranno anche martedì, con prezzo promozionale a un euro), ma niente fuochi d’artificio per non creare assembramenti di migliaia di persone. Domenica 3 aprile, invece, la sentitissima processione che per due anni si era svolta con il solo prevosto in un paese deserto. È tornata con i sacerdoti, il baldacchino, le autorità, la banda musicale e i trentatreenni.

E i fedeli a lato del percorso, fino all’ospedale, dove il sindaco Enrica Bonzi ha rivolto il grazie e un pensiero particolare ai malati e agli operatori sanitari. Dopo dieci giorni di celebrazioni la conclusione di una festa che nella parte «esteriore» ha portato ancora i segni di alcune restrizioni post pandemia. Ma che non hanno scalfito l’essenza del suo significato e il fortissimo legame con la valle.

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