La fontana «in volo» verso il restauro
Avanti con i lavori di piazza Dante

Il Nettuno intento a suonare la buccina è stato intrappolato e portato in un luogo sicuro. Lì la mitologica figura che troneggia su piazza Dante, insieme agli altri elementi della storica fontana, riposerà per un anno, in attesa che i lavori di riqualificazione della piazza siano terminati.

Poi, la composizione scultorea sarà sottoposta a restauro. Tutto come da cronoprogramma tracciato per la riqualificazione del centro piacentiniano.

La rimozione del busto del tritone è solo una piccola parte della lunga operazione di smontaggio avviata il 22 maggio e che si concluderà a breve: «Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) è previsto il trasporto più importante, si andrà a rimuovere il calice centrale della fontana, l’elemento più pesante - spiega Gianluca Gelmini, direttore dei lavori e membro del gruppo di progettisti “Flanerie”, vincitori del concorso sul centro piacentiniano -. La fontana è stata smontata dall’azienda specializzata Ars restauri di Bergamo senza utilizzare martelli pneumatici ma solo con l’ausilio di utensili elettrici che non potessero arrecare danni. I pezzi sono stati scomposti entrando nelle giunture e togliendo la malta che li teneva insieme, tutto con estrema cautela. Tutte le parti sono state numerate, “fasciate”, rimosse e portate su degli autocarri ai magazzini comunali di via Serassi». Gelmini (che ha sovrainteso le operazioni insieme alle colleghe del team di progettazione Mariola Peretti e Elena Franchioni) tiene a precisare che «non è stata fatta alcuna demolizione, le parti storiche sono state tutte conservate, il fondo della vasca dove c’era la parte impiantistica era in cemento». La fontana settecentesca denominata «della Fiera» sarà restaurata solo una volta ricollocata nella storica sede, sulla nuova pavimentazione.

Interverranno i restauratori di Ars restauri che già nel 2011 lavorarono sul manufatto di Gian Battista Caniana. Il corpo del manufatto è in ceppo lombardo, mentre la vasca è in marmo bianco di Zandobbio. Protagonista è il tritone adagiato su una vasca circolare sostenuta da volute a cui fanno compagnia due cavalli e due piccoli tritoni seduti sul dorso di mostri marini dalle cui nari zampilla l’acqua.

Rimuovere e mettere al sicuro la fontana è stato fondamentale: «Un tema prioritario - rimarca Gelmini -, da un lato perché molto delicato, dall’altro perché operazione preliminare allo scavo e alla rimozione della pavimentazione e del verde». Dopo lo stop dettato dal coronavirus, il cantiere ha preso il via a metà maggio. Sarà una lunga staffetta tra il Comune di Bergamo e la proprietà dell’ex Diurno (la cordata di imprenditori Cividini-Previtali) che si «passeranno» il cantiere per le diverse lavorazioni. La prima fase riguarda la pavimentazione, in carico al Comune di Bergamo: «Abbiamo iniziato a rimuovere le cordonature, le aiuole, le panchine, tutti gli elementi di superficie – conclude il direttore dei lavori -. Andremo ora a rimuovere i sottofondi, raggiungendo gli 80 centimetri di profondità. Termineremo l’intervento a fine luglio, dobbiamo recuperare i giorni persi a causa del maltempo». Poi la palla passerà al privato che proseguirà lo scavo raggiungendo i sei metri di profondità: la volta dell’ex Diurno sarà messa a nudo, consolidata e messa in sicurezza. Un’operazione che trasformerà i vecchi locali del Diurno in locale serale in stile newyorkese, con musica dal vivo e ristorazione. Quanto ci vorrà? Almeno i 600 giorni stabiliti nel cronoprogramma siglato tra Comune di Bergamo e imprenditori.

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