Il procuratore Rispoli sull’inchiesta sulla zona rossa: «Indagini senza condizionamenti emotivi»

Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in corso al Palazzo di giustizia di Brescia, il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli è intervenuto sull’indagine della Procura di Bergamo ancora in corso sulla mancata zona rossa a Nembro e Alzano.

Il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli è intervenuto, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in corso nella mattinata di sabato 22 gennaio al Palazzo di giustizia di Brescia, sull’indagine della Procura di Bergamo ancora in corso sulla mancata zona rossa a Nembro e Alzano durante la prima ondata e sulla gestione dell’ospedale di Alzano in quella fase di inizio 2020. «È doveroso che la ricostruzione dei fatti sottostanti alle singole vicende avvenga nel modo più approfondito possibile. È però parimenti doveroso che la valutazione giuridica dei fatti come ricostruiti si compia, come sta avvenendo, asetticamente, senza cioè subire alcun tipo di condizionamento di natura emotiva» ha spiegato.

Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario la Procura di Brescia ha inoltre chiesto l’archiviazione per i due indagati nell’ambito dell’indagine sulle lettere di minacce inviate dopo la prima ondata Covid al presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia e a quello di Confindustria Lombardia Marco Bonometti. «L’analisi del materiale informatico sequestrato, così come la comparazione del loro campione salivare con i residui salivari rinvenuti sulla busta recapitata il 19 giugno 2020 hanno però dato esito negativo, così che la Procura di Brescia ha avanzato nei confronti dei due indagati richiesta di archiviazione attualmente al vaglio del gip» ha spiegato il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli.

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