L’eredità della pandemia, una rete di esperti contro il disagio giovanile

Bassa Val Seriana Ideato il «Progetto Paracadute», un esercizio di lavoro integrato che coinvolge professionisti e volontari, appartenenti ad enti diversi e che a vario titolo incontrano gli adolescenti nello svolgimento delle loro attività, promosso anche grazie al sostegno dei Comuni di Nembro, Alzano Lombardo, Ranica e Villa di Serio.

A marzo 2020 la Bergamasca è stata duramente colpita dalla pandemia da Covid; il primo picco epidemico ha travolto soprattutto la Val Seriana. Il bisogno di fare fronte comune ha spinto medici ed infermieri ospedalieri a rivolgersi ai colleghi del territorio per provare insieme ad arginare gli effetti del virus: da gennaio 2021 è nato il gruppo «Verso una Comunità della Salute sul Serio» composto da medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti appartenenti al territorio della Bassa Val Seriana, spinti dal bisogno profondo di coltivare quelle esperienze di rete nate durante la pandemia.

Il gruppo promuove una riflessione attorno al tema della salute come bene primario della comunità, a cui tutti siamo chiamati a contribuire, e prova a tradurre questo concetto attraverso un’azione concreta che si prefigge di dare risposta ad una nuova emergenza: l’aumento esponenziale dei disturbi psicologici negli adolescenti . Nasce così il «Progetto Paracadute», un esercizio di lavoro integrato che coinvolge professionisti e volontari, appartenenti ad enti diversi e che a vario titolo incontrano gli adolescenti nello svolgimento delle loro attività, promosso anche grazie al sostegno dei Comuni di Nembro, Alzano Lombardo, Ranica e Villa di Serio. Il percorso prova a rispondere al bisogno dei medici del territorio (Mmg e Pls) di superare l’isolamento nell’affrontare le diverse manifestazioni di disagio giovanile che incontrano.

Assistenza per i giovani e le famiglie

«In questo modo abbiamo potuto mettere insieme pediatri, medici di base e specialisti per provare a costruire insieme una equipe allargata», spiega Monica Altobelli, pediatra e membro del gruppo. Obiettivo di questo percorso è coinvolgere i servizi specialistici presenti sul territorio nella sperimentazione di un’équipe allargata che renda più efficiente l’assistenza ai ragazzi e alle loro famiglie. La prima tappa del progetto ha visto il coinvolgimento di servizi come Neuropsichiatria infantile, Consultorio familiare, Servizio adolescenti, SerD e Cps appartenenti alla Asst Bergamo Est, oltre che quello della Società servizi sociasanitari Val Seriana e degli sportelli psicologici interni agli Istituti comprensivi. Nelle prossime settimane ci sarà un ulteriore allargamento della rete, intercettando altri servizi sanitari, servizi educativi e realtà associative e di volontariato presenti sul territorio. «Tutte queste realtà sono coinvolte in un lavoro di condivisione che sta procedendo ormai da un anno e in cui stiamo credendo profondamente, nonostante abbiamo background e ruoli diversi. Nella consapevolezza che questo è un momento cruciale per mettere in atto dei cambiamenti concreti e per promuovere sul territorio un primo esperimento di lavoro integrato e multidisciplinare che ha come oggetto il disagio giovanile».

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