Dentro l'ex Colorificio Migliavacca, nel cuore di Bergamo, il tempo sembra essersi fermato. Le superfici scrostate, le macchie d'umidità, oggetti abbandonati raccontano una lunga stagione industriale ormai spenta. In questo spazio sospeso, a metà tra rovina e potenzialità, dal 17 ottobre 2025 prende forma OLTRE, la nuova mostra di Gianriccardo Piccoli, curata da Giuliano Zanchi.L'atmosfera che accoglie il visitatore è quella di un luogo ferito ma ancora vivo, dove il silenzio diventa parte integrante dell'esperienza. Qui trovano posto le opere dell'artista salvate dall'alluvione del 2024, un evento che ha travolto Bergamo dopo un'improvvisa ondata di piogge e l'esondazione del torrente Morla. Lo studio di Piccoli venne invaso in poche ore: tele, carte, pigmenti rimasero sommersi, assorbendo l'acqua e le sue conseguenze. Al ritiro della piena, ciò che restava erano materiali deformati, superfici alterate, garze gonfie di fango. Una perdita che sembrava irreversibile.Eppure, proprio da quelle macerie è nata l'idea della mostra. Piccoli ha raccolto le opere danneggiate e le ha trasferite nell'ex Migliavacca, fabbrica dismessa da più di trent'anni, trasformandola in un luogo di cura e rinascita.Il Servizio di Paola Abrate
Dentro l'ex Colorificio Migliavacca, nel cuore di Bergamo, il tempo sembra essersi fermato. Le superfici scrostate, le macchie d'umidità, oggetti abbandonati raccontano una lunga stagione industriale ormai spenta. In questo spazio sospeso, a metà tra rovina e potenzialità, dal 17 ottobre 2025 prende forma OLTRE, la nuova mostra di Gianriccardo Piccoli, curata da Giuliano Zanchi.L'atmosfera che accoglie il visitatore è quella di un luogo ferito ma ancora vivo, dove il silenzio diventa parte integrante dell'esperienza. Qui trovano posto le opere dell'artista salvate dall'alluvione del 2024, un evento che ha travolto Bergamo dopo un'improvvisa ondata di piogge e l'esondazione del torrente Morla. Lo studio di Piccoli venne invaso in poche ore: tele, carte, pigmenti rimasero sommersi, assorbendo l'acqua e le sue conseguenze. Al ritiro della piena, ciò che restava erano materiali deformati, superfici alterate, garze gonfie di fango. Una perdita che sembrava irreversibile.Eppure, proprio da quelle macerie è nata l'idea della mostra. Piccoli ha raccolto le opere danneggiate e le ha trasferite nell'ex Migliavacca, fabbrica dismessa da più di trent'anni, trasformandola in un luogo di cura e rinascita.Il Servizio di Paola Abrate
Dentro l'ex Colorificio Migliavacca, nel cuore di Bergamo, il tempo sembra essersi fermato. Le superfici scrostate, le macchie d'umidità, oggetti abbandonati raccontano una lunga stagione industriale ormai spenta. In questo spazio sospeso, a metà tra rovina e potenzialità, dal 17 ottobre 2025 prende forma OLTRE, la nuova mostra di Gianriccardo Piccoli, curata da Giuliano Zanchi.L'atmosfera che accoglie il visitatore è quella di un luogo ferito ma ancora vivo, dove il silenzio diventa parte integrante dell'esperienza. Qui trovano posto le opere dell'artista salvate dall'alluvione del 2024, un evento che ha travolto Bergamo dopo un'improvvisa ondata di piogge e l'esondazione del torrente Morla. Lo studio di Piccoli venne invaso in poche ore: tele, carte, pigmenti rimasero sommersi, assorbendo l'acqua e le sue conseguenze. Al ritiro della piena, ciò che restava erano materiali deformati, superfici alterate, garze gonfie di fango. Una perdita che sembrava irreversibile.Eppure, proprio da quelle macerie è nata l'idea della mostra. Piccoli ha raccolto le opere danneggiate e le ha trasferite nell'ex Migliavacca, fabbrica dismessa da più di trent'anni, trasformandola in un luogo di cura e rinascita.Il Servizio di Paola Abrate
Dentro l'ex Colorificio Migliavacca, nel cuore di Bergamo, il tempo sembra essersi fermato. Le superfici scrostate, le macchie d'umidità, oggetti abbandonati raccontano una lunga stagione industriale ormai spenta. In questo spazio sospeso, a metà tra rovina e potenzialità, dal 17 ottobre 2025 prende forma OLTRE, la nuova mostra di Gianriccardo Piccoli, curata da Giuliano Zanchi.L'atmosfera che accoglie il visitatore è quella di un luogo ferito ma ancora vivo, dove il silenzio diventa parte integrante dell'esperienza. Qui trovano posto le opere dell'artista salvate dall'alluvione del 2024, un evento che ha travolto Bergamo dopo un'improvvisa ondata di piogge e l'esondazione del torrente Morla. Lo studio di Piccoli venne invaso in poche ore: tele, carte, pigmenti rimasero sommersi, assorbendo l'acqua e le sue conseguenze. Al ritiro della piena, ciò che restava erano materiali deformati, superfici alterate, garze gonfie di fango. Una perdita che sembrava irreversibile.Eppure, proprio da quelle macerie è nata l'idea della mostra. Piccoli ha raccolto le opere danneggiate e le ha trasferite nell'ex Migliavacca, fabbrica dismessa da più di trent'anni, trasformandola in un luogo di cura e rinascita.Il Servizio di Paola Abrate