Venticinque anni di accoglienza, dignità e cura. A Bergamo, l'Hospice spegne venticinque candeline e guarda a un quarto di secolo di impegno costante nell'accompagnare pazienti e famiglie nel momento più delicato della vita. Dal 2001 a oggi sono quasi seimila le persone accolte e dimesse (5.991 secondo i dati ufficiali), per un totale di oltre 91 mila giornate di degenza, con un tasso medio di occupazione che sfiora l'88%. Numeri che raccontano una storia fatta di dedizione e di competenza, ma anche di un'evoluzione profonda nel modo di intendere le cure palliative.Il primo anno, nel 2001, furono appena 64 i pazienti. Da allora la crescita è stata costante, con un picco nel 2008 (304 dimissioni) e un progressivo consolidamento negli anni successivi. L'Hospice bergamasco si è confermato un punto di riferimento stabile per tutto il territorio. Anche il 2024 segna un dato significativo, con 243 dimessi e un'occupazione di quasi 92%, mentre nei primi nove mesi del 2025 sono già 186 le persone accolte.Accanto all'Hospice, nel 2008 si è sviluppata un'altra realtà fondamentale: le cure palliative domiciliari. Da allora hanno seguito oltre 1600 pazienti.I numeri, però, raccontano solo una parte della storia. Dietro le statistiche ci sono volti, relazioni, storie di prossimità e professionalità che, negli anni, hanno reso Bergamo un modello riconosciuto per la qualità delle cure di fine vita.Nel panorama sanitario bergamasco, queste strutture rappresentano una certezza e una promessa: quella di non lasciare soli i più fragili, accompagnandoli con dignità, competenza e umanità. Venticinque anni dopo la prima accoglienza, l'Hospice di Bergamo continua a essere un presidio di cura e speranza, dove ogni giorno si rinnova il significato più autentico della parola 'prendersi cura'.Il servizio di Paola Abrate e Gianvittorio Frau
Venticinque anni di accoglienza, dignità e cura. A Bergamo, l'Hospice spegne venticinque candeline e guarda a un quarto di secolo di impegno costante nell'accompagnare pazienti e famiglie nel momento più delicato della vita. Dal 2001 a oggi sono quasi seimila le persone accolte e dimesse (5.991 secondo i dati ufficiali), per un totale di oltre 91 mila giornate di degenza, con un tasso medio di occupazione che sfiora l'88%. Numeri che raccontano una storia fatta di dedizione e di competenza, ma anche di un'evoluzione profonda nel modo di intendere le cure palliative.Il primo anno, nel 2001, furono appena 64 i pazienti. Da allora la crescita è stata costante, con un picco nel 2008 (304 dimissioni) e un progressivo consolidamento negli anni successivi. L'Hospice bergamasco si è confermato un punto di riferimento stabile per tutto il territorio. Anche il 2024 segna un dato significativo, con 243 dimessi e un'occupazione di quasi 92%, mentre nei primi nove mesi del 2025 sono già 186 le persone accolte.Accanto all'Hospice, nel 2008 si è sviluppata un'altra realtà fondamentale: le cure palliative domiciliari. Da allora hanno seguito oltre 1600 pazienti.I numeri, però, raccontano solo una parte della storia. Dietro le statistiche ci sono volti, relazioni, storie di prossimità e professionalità che, negli anni, hanno reso Bergamo un modello riconosciuto per la qualità delle cure di fine vita.Nel panorama sanitario bergamasco, queste strutture rappresentano una certezza e una promessa: quella di non lasciare soli i più fragili, accompagnandoli con dignità, competenza e umanità. Venticinque anni dopo la prima accoglienza, l'Hospice di Bergamo continua a essere un presidio di cura e speranza, dove ogni giorno si rinnova il significato più autentico della parola 'prendersi cura'.Il servizio di Paola Abrate e Gianvittorio Frau