L'Osservatorio Inps sugli Stranieri segnala un aumento consistente delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti stranieri nell'ultimo decennio pari al 33%. La retribuzione media passa da poco meno di 16 mila euro nel 2015 a poco più di 20 mila euro nel 2024, un incremento di circa un terzo. Si tratta di una media generale che varia sensibilmente tra i diversi settori: nel 2024 il reddito degli oltre duemila lavoratori agricoli si attesta intorno ai 18.500 euro, quello delle circa settemila persone impiegate nel lavoro domestico è poco sotto gli 11 mila, mentre nel privato non agricolo – un comparto che coinvolge quasi 74 mila lavoratori – la retribuzione supera i 21 mila euro. Le differenze riflettono la presenza di contratti a termine e orari ridotti, più diffusi in alcuni ambiti.La crescita riguarda anche il numero dei dipendenti stranieri registrati dall'Inps, che nel 2024 sono quasi 83 mila, vale a dire poco più della metà in più rispetto al 2015. In Lombardia, la provincia bergamasca mostra l'aumento più marcato del decennio.Considerando dipendenti, autonomi e parasubordinati, la presenza straniera complessiva passa da quasi 60 mila persone nel 2015 a poco meno di 91 mila nel 2024, avvicinandosi alla soglia delle 100 mila unità. La distribuzione di genere rimane stabile: circa il 35% donne e il 65% uomini.Per quanto riguarda la provenienza, i lavoratori non comunitari crescono di oltre il 60%, con una variazione femminile ancora più accentuata. Si riduce invece la presenza di lavoratori provenienti dai Paesi dell'Ue , mentre aumenta quella dei cittadini dei Paesi entrati nell'Unione dopo il 2004, come Polonia e Romania.L'Osservatorio rileva inoltre una presenza in crescita di cittadini stranieri tra i percettori di pensioni, assegni assistenziali e indennità di disoccupazione: sono oltre 14 mila. Nel complesso emerge una realtà locale, sostenuta in misura crescente dal contributo dei lavoratori stranieri, sempre più rilevante in un contesto demografico caratterizzato da un forte calo della popolazione autoctona.il servizio di Paola Abrate
L'Osservatorio Inps sugli Stranieri segnala un aumento consistente delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti stranieri nell'ultimo decennio pari al 33%. La retribuzione media passa da poco meno di 16 mila euro nel 2015 a poco più di 20 mila euro nel 2024, un incremento di circa un terzo. Si tratta di una media generale che varia sensibilmente tra i diversi settori: nel 2024 il reddito degli oltre duemila lavoratori agricoli si attesta intorno ai 18.500 euro, quello delle circa settemila persone impiegate nel lavoro domestico è poco sotto gli 11 mila, mentre nel privato non agricolo – un comparto che coinvolge quasi 74 mila lavoratori – la retribuzione supera i 21 mila euro. Le differenze riflettono la presenza di contratti a termine e orari ridotti, più diffusi in alcuni ambiti.La crescita riguarda anche il numero dei dipendenti stranieri registrati dall'Inps, che nel 2024 sono quasi 83 mila, vale a dire poco più della metà in più rispetto al 2015. In Lombardia, la provincia bergamasca mostra l'aumento più marcato del decennio.Considerando dipendenti, autonomi e parasubordinati, la presenza straniera complessiva passa da quasi 60 mila persone nel 2015 a poco meno di 91 mila nel 2024, avvicinandosi alla soglia delle 100 mila unità. La distribuzione di genere rimane stabile: circa il 35% donne e il 65% uomini.Per quanto riguarda la provenienza, i lavoratori non comunitari crescono di oltre il 60%, con una variazione femminile ancora più accentuata. Si riduce invece la presenza di lavoratori provenienti dai Paesi dell'Ue , mentre aumenta quella dei cittadini dei Paesi entrati nell'Unione dopo il 2004, come Polonia e Romania.L'Osservatorio rileva inoltre una presenza in crescita di cittadini stranieri tra i percettori di pensioni, assegni assistenziali e indennità di disoccupazione: sono oltre 14 mila. Nel complesso emerge una realtà locale, sostenuta in misura crescente dal contributo dei lavoratori stranieri, sempre più rilevante in un contesto demografico caratterizzato da un forte calo della popolazione autoctona.il servizio di Paola Abrate