Nato nel 2016 su impulso della Camera di Commercio e delle raccomandazioni dell'OCSE, il Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo è oggi il motore della governance territoriale. Riunisce istituzioni, università, imprese e sindacati con l'obiettivo di costruire una strategia condivisa di crescita sostenibile fino al 2030.Non un semplice luogo di confronto, ma un laboratorio operativo che ha dato vita al Patto per lo sviluppo, al Manifesto dei 18 obiettivi e a un sistema di governance stabile, con otto priorità strategiche. Tra le aree chiave: mobilità sostenibile, rigenerazione urbana, innovazione, formazione e valorizzazione ambientale.Negli ultimi anni, il Tavolo ha cominciato a raccogliere risultati tangibili. Tra i progetti simbolo, la nuova Stazione Europea di Bergamo, la linea tranviaria T2 Bergamo–Villa d'Almè e il corridoio eBRT Bergamo–Dalmine–Verdellino, interventi finanziati dal PNRR e divenuti veri e propri progetti bandiera del territorio. È inoltre in corso il piano per il polo intermodale bergamasco, anche se sul fronte dell'interporto di Cortenuova il percorso ha subito un rallentamento: dopo l'uscita di MSC, il progetto è stato ridimensionato e ora l'attenzione si concentra sull'area di Verdello, individuata come nuova possibile sede di sviluppo logistico strategico.Il Tavolo ha anche consolidato una struttura di governance permanente, con la Cabina di regia e i gruppi di lavoro che monitorano costantemente i progetti e coordinano risorse pubbliche e private. Sul piano economico, si registra un incremento dei contributi a favore delle imprese locali, mirati a innovazione digitale, sostenibilità e attrattività.Dal 2023 il percorso si rinnova con Bergamo 2030, articolato in tre linee guida: Economia della montagna, Infrastrutture e logistica e Attrattività del territorio. Quest'ultima, punta a rendere la provincia più accogliente per giovani, studenti e lavoratori qualificati, migliorando nel contempo la qualità della vita della popolazione anziana.In sintesi, il Tavolo è divenuto un modello di governance locale. E il 2030 ora è un traguardo che si avvicina. Cinque anni per tradurre le linee guida in opere.Il servizio di Paola Abrate
Nato nel 2016 su impulso della Camera di Commercio e delle raccomandazioni dell'OCSE, il Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo è oggi il motore della governance territoriale. Riunisce istituzioni, università, imprese e sindacati con l'obiettivo di costruire una strategia condivisa di crescita sostenibile fino al 2030.Non un semplice luogo di confronto, ma un laboratorio operativo che ha dato vita al Patto per lo sviluppo, al Manifesto dei 18 obiettivi e a un sistema di governance stabile, con otto priorità strategiche. Tra le aree chiave: mobilità sostenibile, rigenerazione urbana, innovazione, formazione e valorizzazione ambientale.Negli ultimi anni, il Tavolo ha cominciato a raccogliere risultati tangibili. Tra i progetti simbolo, la nuova Stazione Europea di Bergamo, la linea tranviaria T2 Bergamo–Villa d'Almè e il corridoio eBRT Bergamo–Dalmine–Verdellino, interventi finanziati dal PNRR e divenuti veri e propri progetti bandiera del territorio. È inoltre in corso il piano per il polo intermodale bergamasco, anche se sul fronte dell'interporto di Cortenuova il percorso ha subito un rallentamento: dopo l'uscita di MSC, il progetto è stato ridimensionato e ora l'attenzione si concentra sull'area di Verdello, individuata come nuova possibile sede di sviluppo logistico strategico.Il Tavolo ha anche consolidato una struttura di governance permanente, con la Cabina di regia e i gruppi di lavoro che monitorano costantemente i progetti e coordinano risorse pubbliche e private. Sul piano economico, si registra un incremento dei contributi a favore delle imprese locali, mirati a innovazione digitale, sostenibilità e attrattività.Dal 2023 il percorso si rinnova con Bergamo 2030, articolato in tre linee guida: Economia della montagna, Infrastrutture e logistica e Attrattività del territorio. Quest'ultima, punta a rendere la provincia più accogliente per giovani, studenti e lavoratori qualificati, migliorando nel contempo la qualità della vita della popolazione anziana.In sintesi, il Tavolo è divenuto un modello di governance locale. E il 2030 ora è un traguardo che si avvicina. Cinque anni per tradurre le linee guida in opere.Il servizio di Paola Abrate