La gestione del potere fra cinismo e irrazionalità
IL ROMANZO. Don Ciccio era il capo famiglia, il riferimento assoluto per tutta l’organizzazione.
IL ROMANZO. Don Ciccio era il capo famiglia, il riferimento assoluto per tutta l’organizzazione.
IL LIBRO. La decisione di avere un figlio o meno è spesso il frutto di una lunga e complessa storia famigliare che sta alle spalle in maniera quasi sempre se non totalmente inconscia ai due futuri genitori.
LA RECENSIONE. «La vita immaginata» ha la forma di un’indagine a posteriori sulla vita del padre del protagonista. Steven Mills è uno stimato professore universitario, ma la sua vita sembra esplodere all’improvviso.
DA LEGGERE. «Il mondo che verrà. Gli italiani e il futuro 1851-1945» (Laterza) prova un po’ a tirare le somme di una situazione che appare non solo complicata, ma anche immutabile nella sua stagnazione.
IL LIBRO. «In ultima analisi» è il primo di una serie di quattordici romanzi con protagonista Kate Fansler.
IL LIBRO. La biografia di Piero Negri Scaglione dal titolo emblematico e già chiarificatore: «Sergio Leone. Il romanzo di una vita».
IL LIBRO. Racconto di una generazione spesso lacerata tra desideri, ideali e una realtà troppo difficile e complessa da affrontare, «Il principe rosa» (Fandango) di Alessandro De Roma mette in scena un personaggio femminile ambizioso e raro nella letteratura italiana contemporanea.
LA RECENSIONE. A dieci anni di distanza dalla sua prima uscita in libreria torna «La grammatica del bianco.
DA NON PERDERE. Dopo oltre vent’anni dalla sua prima uscita ritorna nelle librerie anche italiane «L’ultimo samurai» di Helen Dewitt (Einaudi, nella rivista e sempre accurata traduzione di Elena Dal Pra, che firma anche una bellissima nota introduttiva).
LA RECENSIONE. Mimmo Castelli, già al centro del romanzo «Il Dio dello stretto» (Fandango 2023), ritorna protagonista nel nuovo libro di Vins Gallico «Onda calabra» sempre per l’editore Fandango.
DA LEGGERE. Romanzo di formazione dal taglio fortemente realista, «Il furto» (La Nave di Teseo, nella bella ed efficace traduzione di Alberto Cristofori) è l’ultimo libro del Premio Nobel britannico-tanzaniano Abdulrazak Gurnah e il primo da lui scritto dopo il prestigioso titolo assegnatogli nel 2021.
LA RECENSIONE. Figlio di una famiglia originaria di Livorno, Edgar Morin è il più importante filosofo e sociologo francese la cui lunga vita fra poco più di un mese taglierà il traguardo dei 104 anni.
LA RECENSIONE. Un romanzo potente e capace, dalla lingua raffinata e con due personaggi difficilmente dimenticabili.
Esiste sempre un punto preciso in cui la grande storia fatta di eventi memorabili finisce per coincidere con la storia minima e famigliare di ognuno. Punti esatti in cui poter scovare nel proprio passato, e in quello della propria famiglia, …
LA RECENSIONE. Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Francesco Lo Savio vengono ora raccontati in un bellissimo e godibile romanzo di Andrea Pomella, «Vite nell’oro e nel blu» (Einaudi), che li ritrae in tutto il loro percorso artistico ed esistenziale tra colpi di testa, scandali, successi e fallimenti.
LA RECENSIONE. Premio Nobel per la letteratura nel 2023, lo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse ha scritto nella sua carriera romanzi, racconti, poesie, libri per bambini, saggi e opere teatrali, tradotti in oltre quaranta lingue.
IL LIBRO DELLA SETTIMANA . «Cosa c’entrano le stelle»È un volume raro ed essenziale per avvicinarsi e conoscere meglio la figura di un teologo originale ed eclettico
LA RECENSIONE. Sorta di diario pubblico in forma di catalogo intimo e privato, l’ultimo libro di Vittorio Sgarbi, «Natività. Madre e Figlio nell’arte» (La nave di Teseo), vive di una tensione inedita e a tratti dolorosa, che detta il passo di una relazione, quella tra madre e figlio, irrisolta eppure meravigliosamente studiata, indagata e celebrata nei secoli.
LA RECENSIONE. La Premio Nobel per la letteratura 2024 conferma con «Non dico addio» la forza e la capacità di agire su un punto minimo, su una protagonista esile per descrivere e dare corpo ad un tempo grande e difficile, buio e terrificante da contenere non banalizzandolo come quello che fu per la Corea la fine degli anni Quaranta.
LA RECENSIONE. Due vite distanti, a tratti agli antipodi, un’origine comune e ora un dolore che in qualche modo unisce, seppure nelle differenze e in quella incapacità tutta tipica di una generazione - la Z - di capire e affrontare i cambiamenti, tanto più se luttuosi.
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