Tribunale, per lo sciopero
saltate quasi tutte le udienze

Tribunale «chiuso» per sciopero. La protesta dei lavoratori del Tribunale e della Procura, per lo sciopero proclamato a livello nazionale, ha fatto saltare praticamente tutte le udienze. I dipendenti, alcune decine di persone, si sono ritrovati all'esterno con le bandiere di Cgil, Uil, Rdb e Flb dalle 8,30 all'incirca alle 11.

Agli avvocati e a tutti quelli che entravano sono stati consegnati volantini per spiegare le motivazioni dell'agitazione: la mancanza di risorse, il taglio del personale con il lavoro sempre in aumento, e poi il fatto che l'ultimo concorso per assumere risale al 1996 .

E non ultima la questione degli stipendi: quello di un cancelliere arriva in media a 20 mila euro annui lordi. Così il personale amministrativo della Giustizia ha deciso di lanciare l'allarme, raccogliendo anche il sostegno dei magistrati.

E così a Bergamo si è fermato tutto, tranne che per detenuti e atti in scadenza: l'adesione, secondo i sindacati, è stata all'incirca del 90 per cento.

«Le riforme che il Governo sta discutendo in materia, sono inutili per risolvere i problemi della Giustizia – ha sostenuto nei giorni scorsi Giovanni Martina, per Fp-Cgil –. Bisogna invece mettere a disposizione risorse e strutture, e soprattutto personale». «Condivido tutto quanto state sostenendo – aveva aggiunto Adriano Galizzi, procuratore della Repubblica –. È chiaro che l'amministrazione della Giustizia si basa su due pilastri fondamentali: se ne manca uno crolla. E questi pilastri sono i magistrati e il personale».

Vittorio Masia, presidente della locale sezione Anm, aveva portato la solidarietà dei magistrati: «Si tratta di individuare soluzioni e proposte concrete». Il presidente del Tribunale di Bergamo Ezio Siniscalchi: «Siamo sulla stessa barca, ed è una barca che va male».


Secondo la Uil, come si legge in un comunicato stampa, «ha superato il 90%, al Tribunale e alla Procura di Bergamo, il livello delle adesioni allo sciopero nazionale indetto per la giornata di oggi dai sindacati di categoria di Uilpa Uil, Fp Cgil, Flp e Rdb. La quasi totalità dei cancellieri, del personale amministrativo e degli operatori del Palazzo di Giustizia ha quindi deciso di astenersi dal lavoro, provocando il conseguente rinvio di quasi tutte le udienze, a sostegno della vertenza che i sindacati stanno portando avanti per garantire un sistema della giustizia rapido ed efficiente, una valorizzazione e riqualificazione del personale e, soprattutto, nuove assunzioni. Soddisfatto il segretario provinciale della Uilpa di Bergamo, Livio Paris: “L'opinione pubblica – afferma – deve sapere che da ormai 15 anni non si programmano nuove assunzioni nel comparto della giustizia e da 20 anni non si parla di riqualificazione degli operatori, senza alcuna progressione di carriera. Il reddito annuo lordo di un cancelliere è di circa 20 mila euro”. I sindacati, in sostanza, chiedono al Governo “di riaprire la trattativa sul nuovo ordinamento partendo dalla proposta unitaria già presentata. Questo – conclude Paris – chiedono i lavoratori nell'interesse anche dei cittadini, a cui bisogna dare risposte rapide e certe”».

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