Firme, caso Albano e Verdi:
la Procura apre due inchieste

Sono due le inchieste aperte dalla Procura della Repubblica di Bergamo sulle firme per la presentazione delle liste elettorali: una riguarda il caso di Forza Nord ad Albano Sant'Alessandro, l'altra riguarda invece i Verdi e la competizione per le regionali. Per entrambi i fascicoli l'ipotesi di reato contestata è quella di falsificazione nella formazione delle liste.

Albano
Ad Albano il caso riguarda «Forza Nord»: l'amministrazione comunale ha deciso di segnalare cifre sospette dopo che all'ufficio anagrafe nei giorni scorsi era giunta dal rappresentante del partito la richiesta per ben 950 certificati elettorali (su 8 mila abitanti, bambini compresi), necessari ad accompagnare le firme per la presentazione della lista.

C'era quindi puzza di firme falsificate: nella segnalazione che il Comune di Albano Sant'Alessandro ha spedito alla magistratura a fine febbraio veniva anche indicato che gli impiegati comunali, imbattutisi nel nome di qualche conoscente, avevano chiesto - per curiosità personale - lumi al firmatario, sentendosi rispondere che di «Forza Nord» non sapeva nemmeno dell'esistenza.

Potrebbe trattarsi di qualche piccolo incidente di percorso relativo solo a poche firme, di un'incomprensione, ma anche di elenchi di sostenitori «fantasma» con tanto di dati sensibili che circolerebbero a uso pre-elettorale.

Il caso dei Verdi
I Verdi bergamaschi invece sono stati esclusi dal voto regionale. È successo che le poche righe inviate in Procura sono state trasmesse per conoscenza anche alla commissione elettorale di Bergamo. Qui a qualcuno, vedendo che più di una decina di firme apparteneva a presunti sostenitori residenti ad Albano Sant'Alessandro, s'è accesa la lampadina. E i due casi sono stati ricollegati.

L'elenco di firmatari è stato così letto con attenzione, anche perché che Tommaso D'Aloia (colui che risultava aver vidimato parte delle firme), come assessore del Comune di Bergamo poteva fungere da pubblico ufficiale solo in città.

Era sorta così una domanda: è possibile che decine di cittadini di Albano abbiano preso l'auto e siano corsi a Bergamo a sottoscrivere le candidature dei Verdi? Il dilemma ha dato il via all'affossamento della lista degli ecologisti: i commissari hanno scoperto che D'Aloia non aveva mai controfirmato parte delle adesioni (oltre 600 sulle 1.998 presentate) necessarie a raggiungere il quorum. E che il timbro dell'assessore, usato da mano ignota, era addirittura falso.

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