Bergamo, niente turisti tra i piedi
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Ha suscitato la riflessione di molti lettori l'articolo pubblicato da L'Eco martedì 9 marzo dal titolo «Turisti abbandonati a se stessi - Chiusi Iat e casa di Donizetti». Oliviero Bonalumi, dopo averlo letto, ci ha scritto una mail nella quale si dice d'accordo col fatto che storicamente i bergamaschi siano un po' chiusi nei confronti dei turisti, ma il turismo, se ben valorizzato, potrebbe portare molto alla nostra città.

«Spettabile Redazione,
L'articolo di Emanuele Falchetti, "Turisti abbandonati a se stessi", ha esposto in modo cristallino una situazione che ci squalifica da anni, perché, che io sappia, Bergamo è sempre stata così. Avanzo soltanto un dubbio che ho da sempre: ma a noi bergamaschi fa piacere avere “turisti tra i piedi”? Siamo gente proverbialmente schiva al limite della musoneria, gelosa delle proprie cose e dei propri spazi, conservatrice (il che non è necessariamente un difetto quando significa preservare), soprattutto poco propensa ad essere attorniata da estranei in casa propria. E allora, forse, questo spiega tutto.

Credo che due sole cose possano far pendere la bilancia del Bergamasco verso la valorizzazione del turismo: a) il fatto che musei aperti per i turisti significa aperti anche per noi, stazione FS riqualificata significa miglior servizio anche per noi, eccheccàspita! b) la consapevolezza che turismo significa introiti, voce che, se conosco il carattere bergamasco, ci è sicuramente cara. Grazie per l'attenzione».
Oliviero Bonalumi

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