Rinviata l'autopsia sulla vittima
Si attende il risveglio di Ferrari

L'autopsia sulla salma di Lauretta Mazzola, la 47enne di Azzonica uccisa con un paio di forbici e colpitda almeno da 13 fendenti, alcuni dei quali mortali, è stata rinviata in attesa che Ettore Ferrari si svegli dal coma e sia cosciente per poter nominare un consulente di parte. L'esame, inizialmente previsto per mercoledì alle 14 ai Riuniti, servirà per confermare i sospetti dei carabinieri: verificare cioè se le ferite mortali siano compatibili (com'è probabile) con le forbici sequestrate ed eventualmente accertare altri segni riconducibili a una possibile lite tra i due.

Le condizioni di Ferrari, ricoverato nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico di Ponte San Pietro, potrebbero cambiare presto. L'operaio 55enne di Almè è ancora in stato di coma, provocato dall'ingestione massiccia di farmaci, ma comincia a dare segnali di miglioramento. L'uomo, che da martedì è formalmente indagato dalla procura (il pm titolare dell'inchiesta è Franco Bettini) con l'accusa di omicidio volontario, potrebbe risvegliarsi tra il tardo pomeriggio di mercoledì e la mattina di giovedì.

I segnali positivi indicano che l'ingestione di una ventina di blister di medicinali, tra farmaci comuni e barbiturici, non avrebbe procurato danni particolarmente gravi. Ferrari quindi potrebbe lasciare la Terapia intensiva entro la fine della settimana.

Lauretta Mazzola è stata trovata con indosso soltanto la maglietta: era supina a terra, accanto al letto, nella camera del piccolo appartamento al pianterreno di via Borghetto 2, nel cuore di Almè. Quando il figlio di Ettore, Fabio, è entrato nell'abitazione ha trovato a terra anche il padre, privo di sensi: il giovane, quando ha chiamato il 118, pensava che entrambi fossero morti. e forbici, già pulite del sangue, erano a terra tra i due.

Intanto due comunità, Almè e Azzonica di Sorisole, partecipano con dolore alla tragedia che ha colpito le famiglie. «La nostra preoccupazione sono le due famiglie – spiega Bruno Tassetti, sindaco di Almè –: vogliamo che vengano rispettate. L'Amministrazione comunale aiuterà la famiglia Ferrari nelle problematiche che sorgeranno, però vorrei ribadire che sarebbe molto negativo parlare di quello che è accaduto senza cognizione di causa».

In particolare si è preso carico del caso l'assessore ai Servizi sociali Patrizia Gamba, che sottolinea: «Ho trascorso tutta la mattina con Luisa Consonni, moglie di Ettore Ferrari, e con il figlio Fabio e gli altri parenti, cercando di sostenere moralmente queste persone colpite da una così grande tragedia. L'appartamento è stato sequestrato e la moglie è ospite dalla sorella, mentre il figlio si è trasferito momentaneamente dal nonno».

Ettore Ferrari e Luisa Consonni vivono nell'appartamento di via Borghetto da 15 anni. Hanno tre figli ma solo Fabio vive con loro. Anche ad Azzonica il fatto ha destato grande scalpore: ci vive un migliaio di persone e tutti si conoscono per nome. Ma quasi tutti hanno appreso solo martedì mattina dai giornali la tragedia che ha coinvolto la famiglia di Rino Bonacina. Lauretta Mazzola lascia, oltre al marito, anche tre figli. Il marito Rino lavora alla «Rulli Rulmeca Spa» di Almè, la stessa ditta dove lavora anche Ettore Ferrari.

Il parroco, don Davide Previtali, conosceva bene la vittima: «Lauretta frequentava l'oratorio perché spesso vi accompagnava i due figli più piccoli. Dava una mano alla cugina Luisa di Almè, la moglie di Ferrari, facendo i mestieri di casa perché la cugina ha problemi di deambulazione. Lauretta si vedeva spesso in paese e tutti la conoscevano».

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