Doping, chiesti 29 rinvii a giudizio
Eddy Mazzoleni rischia il processo

Nandrolone, testosterone, ormoni della crescita, efedrina, Epo, amfetamina. E pure Viagra e Cialis, gli stimolanti chimici che facilitano le prestazioni sessuali, ma che, per le loro qualità di vasodilatatori, in certi sport sono utilizzati per ossigenare il sangue e combattere così la fatica. La farmacia del diavolo disponeva di un ampio ricettario, quasi più affollato della lista degli indagati presentata nei giorni scorsi al gup dal pm Maria Cristina Rota.

Ventinove le persone per le quali il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio, al termine di un'inchiesta nata contro il doping tra i culturisti, ma che ha finito per risucchiare qualche bel nome del mondo del ciclismo. Tra chi rischia il processo ci sono infatti il corridore azzurro Luca Paolini, l'ex ciclista bergamasco Eddy Mazzoleni e sua moglie Elisa Basso, sorella di Ivan, il vincitore del Giro d'Italia 2006. Ai tre il pm contesta, a vario titolo, l'acquisto e l'utilizzo di sostanze dopanti, tra cui l'Epo.

L'indagine riguardava un traffico di anabolizzanti tra gli appassionati di body building e aveva raggiunto il suo culmine nell'autunno del 2006, con perquisizioni e arresti in tutta Italia. Otto persone erano finite in carcere, altre 14 ai domiciliari. Per cinque palestre, tra cui l'Athena di Gorle, erano scattati i sigillli della magistratura, mentre in un box di Milano erano state sequestrate decine di migliaia di confezioni di doping, per un valore di 65 mila euro. L'ipotesi del pm Rota è che le sostanze arrivassero dall'estero (Spagna, Marocco, Nord Europa, Sudamerica), ordinate tramite internet o per telefono.

In tre hanno già scelto di uscire dall'inchiesta patteggiando la pena: tra questi R. C., 40 anni, di Azzano San Paolo, legale rappresentante della palestra Athena, e quello che il pm reputava il perno del traffico illecito, G. C., 47 anni, di Milano. Altri bergamaschi, oltre a Mazzoleni, rischiano il rinvio a giudizio. Si tratta di G. F., 30 anni, residente in città, ex istruttore di body building, attualmente tatuatore e buttafuori per alcuni locali, e di P. G. C., 42 anni, culturista di Calusco, che devono rispondere del commercio abusivo di anabolizzanti. La terza è una donna, V. S., 28 anni, residente in città, accusata di ricettazione perché, per l'accusa, avrebbe ricevuto cellulari e schede telefoniche di dubbia provenienza.
S.S.

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