Ritrovato il corpo di Adama
Era nel Brembo a Marne di Filago

Il corpo di Adama Yoada, il quindicenne di Sabbio inghiottito dal fiume Brembo martedì scorso, dopo essersi tuffato all'altezza di Osio Sopra, è stato ritrovato lunedì 31 maggio, poco dopo le 14,45, a Marne di Filago, precisamente all'altezza in via della chiesa del castello. A meno di un chilometro di distanza dove si era tuffato.

Sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco di Bologna a individuare e a recuperare il corpo del giovane che era incastrato tra le rocce a circa tre metri di profondità. Alle ricerche avevano preso parte anche i vigili del fuoco di Dalmine e Bergamo. Dopo il ritrovamento sono stati immediatamente avvisati i familiari dell'annegato che hanno riconosciuto il corpo del loro caro.

Le possibilità di ritrovare il corpo sembravano ridotte dopo che domenica, come del resto nei giorni precedenti, i soccorritori avevano dato davvero il massimo con l'impiego di sessanta persone, due elicotteri e una telecamera subacquea.

Del resto, il Brembo ha molti tratti inaccessibili e in passato non aveva restituito diversi corpi. Non c'era proprio nessuna traccia di Adama e dei suoi boxer blu, l'unico indumento che aveva tenuto quando aveva annunciato agli amici che avrebbe fatto un bagno.

Le ricerche si sono estese da Osio Sopra fino a Brembate e al punto in cui il Brembo confluisce nell'Adda, e ancora all'altezza del ponte di Canonica. Sono stati anche sensibilizzati i custodi delle tre dighe che l'Adda incontra scendendo verso il Lodigiano: la Sant'Anna di Fara e le due di Cassano, all'altezza del torrente Retorto e della centrale Enel.

Nulla, finché oggi c'è stato il ritrovamento del povero ragazzo senza vita che era originario del Burkina Faso e abitava con la famiglia a Sabbio di Dalmine in via Don Sturzo. Adama si era tuffato martedì 25 maggio da una roccia alta più di due metri in un tratto del fiume Brembo dove la corrente è molto forte.

Una volta in acqua si era trovato subito in difficoltà e aveva chiesto aiuto, muovendo le braccia e urlando in direzione di alcuni suoi amici che si trovavano sulla sponda. Due di loro non avevano esitato a tuffarsi per cercare di salvarlo. Per alcuni istanti erano anche riusciti ad afferrargli un braccio. La corrente, però, alla fine aveva vinto la sua resistenza e l'aveva trascinato sotto il livello dell'acqua. E non era più riemerso.

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