Comuni, le casse piangono
Si va a caccia di evasori

Chi sguinzaglia controllori a caccia di evasori, chi studia il sistema «cuscinetto» per sbloccare i pagamenti, chi istituisce l'«authority» dei contatori, chi dà il via al riciclo dei materiali negli uffici. Sono i Comuni alle prese con le strette di bilancio.
L'approfondimento su L'Eco di martedì 29 giugno

Chi sguinzaglia controllori a caccia di evasori, chi studia il sistema «cuscinetto» per sbloccare i pagamenti, chi istituisce l'«authority» dei contatori, chi dà il via al riciclo dei materiali negli uffici. Sono i Comuni alle prese con le strette di bilancio. E se i piccoli, come quelli di montagna, fanno i conti con le poche fonti di entrata, quelli sopra i 5 mila abitanti devono sottostare alle regole dell'ormai famigerato patto di stabilità che ingessa le spese e congela i tesoretti.

Nella Bergamasca i paesi sottoposti al patto sono poco più di settanta. Molti di questi sono scesi in piazza a più riprese, insieme ai centri più piccoli, per contestare il peso che la manovra finanziaria varata dal governo ha sugli enti locali. «Sul totale dei tagli il 90% è per gli enti locali», ha detto il numero uno dell'Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni), e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino durante la manifestazione che ha visto i primi cittadini «invadere» piazza Navona, a Roma. E se c'è chi mette in chiaro, come il sindaco di Alzano Roberto Anelli, che «la manovra va giudicata alla fine perché ogni giorno qualcosa cambia», è vero che per le finanze degli enti locali la faccenda si è fatta cupa già da qualche anno. E il detto «la bolletta aguzza l'ingegno» ha qui una sua pubblica applicazione.

Tanto per cominciare c'è chi, come Treviglio, ha dato il via a un recupero crediti puntuale. «Abbiamo passato in rassegna le pratiche e avviato il recupero dei fondi che spettano al Comune. Anche avviando delle cause», chiosa l'assessore al Bilancio Elena Stucchi. Che sviscera anche il capitolo evasione: «In quattro anni di amministrazione Borghi sono stati recuperati oltre 3 milioni di euro, con la precedente Giunta Zordan erano stati 1,4 milioni. Significa oltre il doppio di fondi su Ici e Tarsu, la tassa per i rifiuti».

E sulla stessa linea si è mosso Sarnico: «La sola verifica dell'evasione Ici per il 2008-2009 sulle aree fabbricabili ci ha fruttato 300 mila euro, mentre sui fabbricati siamo a 100 mila, con 30-40 mila di tassa sui rifiuti collegata», spiega il sindaco Franco Dometti. Il suo Comune ha sforato il patto di stabilità nel 2009, ma ha comunque fondi in cassa di 1,8 milioni di euro. Che però non vanno toccati.

L'approfondimento su L'Eco di martedì 29 giugno

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