Nella «capitale» del calciobalilla
scattano le sfide col coprifuoco

E venne il giorno della guerra del calciobalilla. Complice il caldo che porta a tenere le finestre aperte, nella ridda delle ordinanze è finito anche il biliardino, reo d'esser chiassoso. Accade a Villa d'Ogna, centro seriano in cui si sarebbero levati gli strali di più d'un residente per l'eccessivo rumoreggiare di chi si lancia nelle partite.

Così è scattato l'aut aut firmato dal sindaco: al calciobalilla non si gioca dopo le 22 nei giorni da lunedì a giovedì, mentre nel weekend l'orario è posticipato alla mezzanotte. Vietato, salvo apposita autorizzazione, portare all'aperto l'«apparecchiatura» (è scritto così).

Apriti cielo: alle rimostranze di chi mal tollerava i rumori dei giocatori si son contrapposte quelle dei giocatori stessi, di sostenitori e simpatizzanti, e pure di produttori. Già, perché il primo Comune autore di un'ordinanza dedicata al calciobalilla è anche il Comune che sul suo territorio ospita la Fas, una delle principali aziende italiane produttrici del gioco brevettato nel 1937 dallo spagnolo Alejandro Finisterre.

Parliamo qui di una vera e propria ordinanza a coinvolgimento emotivo: va da sé che a pesce si siano buttati pure i media nazionali.

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