Il «low cost» conviene ancora
ma è sempre meno «low»

L'offerta per volare «low cost» – succede così nella maggior parte dei casi – all'inizio appare sempre allettante. Peccato che nella procedura di prenotazione e pagamento – da effettuare rigorosamente in Internet – fra prezzo del biglietto, tasse, trattenute sul check in e la commissione sulla carta di credito il totale finale è perennemente più alto. In più, negli ultimi mesi, le tariffe sono letteralmente schizzate alle stelle. Le compagnie aeree a basso costo sono meno «low cost» e sempre meno convenienti rispetto alle compagnie tradizionali.

Il motivo? Le spese vive (carburante, servizi aeroportuali, e personale) aumentano e si scaricano sui biglietti mentre le compagnie di bandiera cercano di contenere i costi di gestione e propongono qualche offerta analoga alla concorrenza più giovane, dinamica, e aggressiva dei viaggi a basso costo. È inevitabile: la forbice fra compagnie «low cost» e quelle di bandiera tende a chiudersi.

Lo testimoniano anche i dati di Ryanair – la compagnia aerea «low cost» più importante d'Europa – che nella sua relazione semestrale segnala, da aprile a settembre 2010, tariffe salite in media del 12%. Da ottobre a marzo – come se non bastasse - è stato annunciato che cresceranno di un altro 10%. Conti alla mano si tratta di un +22% in dodici mesi frutto dell'aumento del 17% che riguarda il prezzo di carburante, personale, e servizi aeroportuali. Il consiglio per fare una vacanza o un weekend in una città straniera è quello di fare più confronti possibili.

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