Per Kristel nessun colpevole
La mamma: «Non mi arrendo»

«Sono amareggiata per la sentenza d'appello, ma non mi perdo d'animo: andrò avanti fino a quando chi è responsabile della morte di mia figlia non avrà pagato». Sono le parole di Maria Quistini, madre di Kristel Marcarini.

«Sono amareggiata per la sentenza d'appello, ma non mi perdo d'animo: andrò avanti fino a quando chi è responsabile della morte di mia figlia non avrà pagato per i suoi errori».

Sono le parole di Maria Quistini, madre di Kristel Marcarini, la sciatrice di Clusone morta a 19 anni nel 2008 dopo aver assunto una pasticca di ecstasy all'ex discoteca Fluid di Orio al Serio.

Il commento arriva dopo che la sentenza della Corte d'appello di Brescia ha ridimensionato la posizione dei due giovani lecchesi finiti a processo nella vicenda. I due erano imputati per aver spacciato stupefacenti nel locale perché già sollevati dalle responsabilità nella morte di Kristel.

I giudici di secondo grado hanno dimezzato la pena inflitta a Maurizio Piazza, 27 anni, di Olginate, che dagli 8 anni avuti in primo grado ha ricevuto una pena i tre anni e mezzo; mentre hanno assolto Antonino Romano, 27 anni, di Calolziocorte, che era ritenuto il suo complice e in primo grado aveva rimediato sei anni e mezzo.

I magistrati, inoltre, non hanno accolto la richiesta d'appello incidentale presentata dalla famiglia per far emergere le responsabilità penali legate alla morte di Kristel e non solo quelle del «semplice» spaccio.

«Purtroppo mi aspettavo una sentenza così – spiega la mamma di Kristel –. Da questo processo esce un messaggio bruttissimo per i giovani e la società: di fatto si può spacciare un veleno come la droga senza rispondere delle conseguenze che questo può avere sulla vita degli altri. È un precedente pericoloso».

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