Moro travolto da una valanga:
«Salvo per fortuna ed esperienza»

Fortuna ed esperienza hanno salvato la vita a Simone Moro. Durante la discesa dal Gasherbrum II, nella catena del Karakorum, conquistato mercoledì 2 febbraio, l'alpinista bergamasco è stato travolto da una valanga insieme ai suoi due compagni.

Fortuna ed esperienza hanno salvato la vita a Simone Moro. Durante la discesa dal Gasherbrum II, nella catena del Karakorum, conquistato mercoledì 2 febbraio, l'alpinista bergamasco è stato travolto da una valanga insieme ai suoi due compagni.

Assieme al kazako Denis Urubko e all'americano Cory Richards, Moro aveva dormito al campo 1, a quota 6.500. Ripreso il cammino verso valle, i tre hanno dovuto affrontare - con il maltempo - un tratto molto rischioso, quello sotto il G5, che all'andata avevano superato il più velocemente possibile grazie al fatto che la neve era compatta.

Al rientro invece, dopo che il maltempo si è abbattuto su tutta la zona più intensamente di quanto fosse previsto, in quel tratto i tre alpinisti sono rimasti per 3 o 4 ore, con la neve fresca che arrivava fin sopra le gambe.

Hanno visto la valanga che si staccava: si sono seduti e hanno aspettato di essere travolti per cercare di restare a galla, nuotando nella neve e senza respirare per evitare di inalare il pulviscolo ghiacciato.

Simone Moro è riuscito a liberarsi da solo e ha raggiunto gli altri compagni, che erano riusciti a tenere fuori dalla neve solo la testa. Tutt'e tre, spaventati ma vivi, hanno poi ripreso il difficile cammino.

Hanno ritrovato il percorso solo grazie alle bandierine che avevano lasciato all'andata. Nel tratto difficile l'americano Cory Richards è caduto due volte in un crepaccio ed è stato trattenuto dai compagni con i quali era legato in cordata. Alla fine l'ostacolo più grande è stato superato. Ci ha aiutato l'esperienza e la fortun, è stato il primo commento a caldo di Simone Moro.

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