Tracce biologiche sul corpo di Yara?
Il pm:«C'è ancora molto da lavorare»

Nè conferme nè smentite, in Procura, a Bergamo, sulla possibilità del ritrovamento di una traccia biologica sui resti di Yara Gambirasio, trovati il 26 febbraio scorso in un campo alla periferia di Chignolo d'Isola.

Nè conferme nè smentite, in Procura, a Bergamo, sulla possibilità del ritrovamento di una traccia biologica sui resti di Yara Gambirasio, trovati il 26 febbraio scorso in un campo alla periferia di Chignolo d'Isola.

«C'è ancora molto da lavorare», è stato l'unico commento del sostituto che coordina le indagini, Letizia Ruggeri. In ambienti vicini alle indagini, però, si precisa che forse una traccia c'è ma che al momento non è per nulla detto che valga qualcosa. In sostanza, secondo quanto si è appreso, una traccia maschile sarebbe stata isolata, ma non è ancora possibile stabilire se si tratti di un inquinamento della scena del delitto, di una campionatura sufficientemente integra da essere comparabile, di un dna riconducibile a persone non utili alle indagini (come i famigliari, ad esempio) o di una vera svolta nelle indagini.

Per saperlo, è stato nuovamente ribadito, «bisognerà attendere giorni».

Il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Roberto Tortorella, si è limitato ad un «non posso confermare, è un'indiscrezione...», lasciando ogni possibile ragionamento in sospeso.

Secondo ulteriori indiscrezioni di carattere investigativo, la traccia di Dna ci sarebbe ma gli inquirenti si muovono con la massima cautela, per valutare l'indizio nel modo migliore. Il dubbio è che possa essere un codice genetico appartenente ad una persona sconosciuta, che non esiste nelle informazioni di polizia e carabinieri. Oppure che possa essere il Dna di una persona che era a contatto quotidiano con Yara e quindi non corrispondente per forza di cose al profilo dell'assassino che gli inquirenti hanno in mente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA