Delitto di Vertova, l'Appello:
il marito dovrà essere risarcito

Conferma sostanziale della condanna di primo grado, ma riconoscimento del diritto al risarcimento del danno per Giuseppe Bernini, marito della vittima. Questa la decisione della Corte d'assise d'appello di Brescia nei confronti di Alì Ndiogou.

Conferma sostanziale della condanna di primo grado, ma riconoscimento del diritto al risarcimento del danno per Giuseppe Bernini, marito della vittima. Questa la decisione della Corte d'assise d'appello di Brescia nei confronti di Alì Ndiogou, il quarantunenne senegalese attualmente detenuto per l'omicidio di Maria Grazia Pezzoli.

La donna, imprenditrice di Vertova, era stata uccisa a coltellate nel suo ufficio il 24 luglio del 2008, e il senegalese era stato individuato, arrestato e condannato per quel fatto.

La Corte d'appello ha confermato la condanna a ventidue anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario e porto abusivo d'arma, e ha ridotto di tre mesi - da dodici a nove - la condanna per furto di documenti che era contestata a Ndiogou. I giudici bresciani di fatto hanno così respinto sia le richieste dell'accusa (ergastolo) che quella della difesa (assoluzione).

Unica concessione in favore dell'imputato l'esclusione di un'aggravante nel reato di furto di alcuni documenti commesso ai danni della vittima, che ha comportato una riduzione di tre mesi della pena.

L'unico vero colpo di scienza della sentenza di secondo grado è invece l'accoglimento della richiesta di risarcimento avanzata da Giuseppe Bernini,: in primo grado la Corte d'assise l'aveva respinta, mentre ora hanno fissato una provvisionale di 80 mila euro.

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