Consiglio Pastorale: autotassarsi
per chi non ha più lavoro

Il consiglio pastorale diocesano di venerdì sera ha riflettuto sul tema del lavoro che sarà al centro del convegno che si terrà a Bergamo il 10 e l'11 giugno e che sarà poi al centro del programma pastorale del prossimo anno, dal tema: «Famiglia, lavoro e festa».

Il lavoro, il suo valore, la sua mancanza. La disoccupazione. Il lavoro che crea ricchezza umana. Il lavoro per l'uomo, termine ultimo di ogni elemento della vita: il lavoro è al servizio dell'uomo, non viceversa. Il consiglio pastorale diocesano di venerdì sera ha riflettuto sul tema del lavoro che sarà al centro del convegno che si terrà a Bergamo nei giorni 10 e 11 giugno e che sarà poi al centro del programma pastorale del prossimo anno, dal tema: «Famiglia, lavoro e festa».

Ma nei lavori di venerdì sera una parentesi importante è stata dedicata all'emergenza umanitaria della migrazione dal Nord Africa, della folla di disperati che bussa alla porta dell'Europa.

Ha detto il vescovo Francesco Beschi nel suo intervento: «È giusto condividere con voi la preoccupazione per la situazione che vivono questi migranti che bussano alle nostre porte, preoccupazione anche per la situazione difficile in cui vive la gente dell'isola di Lampedusa. Ci troviamo in una situazione di grave emergenza e dobbiamo quindi assumere un criterio di emergenza per affrontarla. Tutti dobbiamo mettere in atto quanto necessario per restituire a queste persone una condizione di maggiore sicurezza e speranza. Dobbiamo riuscire a coniugare i valori fondamentali della nostra identità, del nostro essere cristiani, con l'efficacia dell'intervento. La realtà della migrazione è ormai strutturale alle dinamiche del mondo contemporaneo, ma questa è una situazione particolare. È stata dichiarata la disponibilità all'accoglienza da parte delle comunità cristiane, ma questa dichiarazione era già stata preceduta da una verifica, si tratta quindi di un'offerta concreta che viene data a partire da una cultura dell'accoglienza che non è né sprovveduta, né ingenua, ma ben consapevole della situazione complessiva. E consapevole che la nostra identità si fonda anche sul valore dell'accoglienza, da sempre: rinnegare questo valore significa rinnegare la nostra identità».

Sul tema della crisi economica e del lavoro, il Consiglio pastorale diocesano ha prodotto una mozione che ha presentato venerdì al vescovo e alla comunità. La mozione è divisa in quattro punti. Nel primo si legge un forte richiamo alle proposte della Dottrina sociale della Chiesa. Nel secondo punto si dice fra l'altro che è necessario «Rivedere il modello economico sociale complessivo che sostiene la nostra società permeato da logiche individualistiche e consumistiche». Nella mozione si affrontano anche i comportamenti in Diocesi, si suggerisce che il «modello pastorale della parrocchia sia quello provato dalla Caritas: a partire dall'attenzione ai poveri». Vengono suggeriti comportamenti concreti: «Volontari per l'assistenza ai bambini di famiglie bisognose, autotassazione da parte di chi non è stato intaccato dalla crisi economica in favore di chi vive situazioni di emergenza...». Autotassarsi, dunque, creare luoghi in parrocchia per donare tempo, donare lavoro, donare attenzione a chi si trova in condizioni di emergenza. Dare un aiuto concreto, comunitario a chi si trova in difficoltà.

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