L'allarme: disagi in famiglia
ogni anno 300 minori in comunità

«La povertà educativa è la vera emergenza dei nostri territori, se non interveniamo con più convinzione, le conseguenze saranno gravi». La denuncia viene da Silvio Marchetti, presidente del Coordinamento delle comunità alloggi.

«La povertà educativa è la vera emergenza dei nostri territori, se non interveniamo con più convinzione, le conseguenze saranno gravi per tutti». La denuncia viene da Silvio Marchetti, presidente del Coordinamento delle comunità alloggio, le strutture che accolgono i minori, quando è impossibile o sconsigliabile pensare a un affido.

«Le comunità sono periodicamente soggette ad attacchi – afferma Marchetti –, ma non fanno affari sulla pelle dei bambini, è esattamente il contrario: i finanziamenti sono sempre più scarsi e dilazionati. Se poi esistono strutture che, non so come, lucrano, bisogna denunciarle. Non è senz'altro la situazione delle strutture della provincia di Bergamo. Più grave è il problema culturale che interpreta l'allontanamento dei minori non come cura e protezione dei bambini, ma come furto alla famiglia naturale. Le comunità alloggio non sono istituti, non sempre è bene per il bambino passare subito da una famiglia maltrattante o abusante a un'altra famiglia; l'affido non è una soluzione universale. Il rischio è che l'obiettivo vero sia di chiudere le comunità perché costano più degli affidi e di altri interventi».

Gli «orfani bianchi» bergamaschi sono più di 300 l'anno. La comunità è spesso più adeguata anche per quegli adolescenti, che stanno attraversano la fase aggressiva della crescita. I sedicenni restano in comunità spesso fino alla maggiore età. Per i bambini, la permanenza è di circa un anno e serve per decantare il trauma del maltrattamento e preparare l'affido. Nel 2008 gli affidi bergamaschi alle famiglie sono stati 324, il 27% a parenti, il resto a famiglie esterne alla parentela. Il 9% sono affidi diurni; 189 degli affidati sono maschi, dei quali 85 stranieri. Gli «affidi leggeri» chiamati anche «patti educativi» aumentano: si è passati dai 33 del 2008 ai 55 nel 2010; in tutto 101, 45 italiani, e 56 stranieri.

L'inchiesta su L'Eco di Bergamo in edicola il 17 maggio 2011

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