Reati tributari, calo del 22%
Resta la piaga delle fatture false

I reati tributari nella Bergamasca sono complessivamente in calo, registrando un secco -22% nel 2010 rispetto al 2009. Guardando però da vicino i dati, sono in deciso aumento i reati «importanti». Si conferma la piaga delle fatture false.

I reati tributari nella Bergamasca sono complessivamente in calo, registrando un secco -22% nel 2010 rispetto al 2009. Guardando però da vicino i dati e considerando le diverse tipologie dei reati, si scopre che sono in deciso aumento, rispetto al passato, i reati «importanti», mentre calano sensibilmente quelli che potremmo considerare «minori», in particolare quelli legati ad omessi versamenti di ritenute certificate e dell'Iva.

Questo è il quadro che esce dai dati numerici della Procura di Bergamo in relazione al numero di reati tributari riscontrati in questi anni. Se da un lato, infatti, il totale dei reati tributari passa dai 674 fascicoli aperti nel 2009 ai 523 aperti invece nel 2010 – e dunque si verifica una diminuzione dei casi – un aumento dei reati significativi viene registrato se vengono tolte dal conteggio totale le violazioni considerate «minori»: nel 2009 erano 405 e nel 2010 sono scese a 292. In questo caso, da 269 reati «importanti» nel 2009 si sale a 292 fascicoli nel 2010, con un aumento di poco superiore all'8%.

Concentrandosi invece sulle altre tipologie, il grosso dei fascicoli riguarda i casi di false fatturazioni per operazioni inesistenti, spesso con il coinvolgimento di molte persone e aziende (tanto che, con 292 fascicoli, il numero di indagati si è attestato su 439, di cui 386 italiani), in particolare quelle note come «cartiere»: ditte create unicamente per emettere, in favore di altre società, fatture false, per consentire loro di evadere il fisco. «È un primato che spetta in particolare a Bergamo e Brescia quello delle false fatturazioni per operazioni inesistenti – chiosano dalla Procura –. La causa ancora una volta va ricercata nel forte sviluppo industriale, artigianale e commerciale dell'area territoriale, sviluppo che porta a una presenza delle cosiddette "cartiere" che non ha eguali in tutta Italia».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 4 giugno

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