Ex prostituta aiuta le trans
ad abbandonare la strada

Per anni ha lavorato come prostituta transessuale a Milano, dal 2002 ha scelto di cambiare vita e ora è responsabile di uno sportello che si occupa anche di allontanare dalla prostituzione altre persone transessuali. Giovedì sera a Treviglio racconterà la sua storia.

Per anni ha lavorato come prostituta transessuale a Milano, dal 2002 ha scelto di cambiare vita e ora è responsabile di uno sportello che si occupa anche di allontanare dalla prostituzione altre persone transessuali. Si chiama Antonia Monopoli, è originaria di Bisceglie, e stasera sarà a Treviglio, alle 21, al bar «Al D.» di via Galliari, per raccontare la sua storia: iniziativa organizzata dall'associazione trevigliese «Articolo 37», anche a seguito della morte di Jessica Rollon, trans (il termine «viado», benché usato comunemente, ha in realtà un valore dispregiativo) trovato senza vita il 30 ottobre a Zingonia.

Oggi Antonia Monopoli è consulente e responsabile dello «Sportello trans Ala Milano Onlus» e «peer educator» in un progetto sulla prostituzione chiamato «Via del campo». Della sua infanzia ricorda che è stata molto dura: «Sono stata discriminata ancora prima di dire al mondo o che il mondo mi indicasse come "diversa" – racconta –, ancora prima di palesare la mia anima al femminile».

Ancora minorenne il primo contatto con il mondo della prostituzione: «A 16 anni incontrai per la prima volta una transessuale – spiega –, in cui mi riconobbi e mi potei identificare. Mi disse che a Roma lavorava come intrattenitrice nei locali e che l'avrei potuta raggiungere: scappai da casa, ma scoprii a mie spese che, invece di fare l'intrattenitrice, avrei dovuto prostituirmi. I miei mi raggiunsero per riportarmi a casa. Poi, nel '94, tramite amiche, scelsi di lavorare come prostituta a Milano, pensando fosse l'unica possibilità per adeguare il mio corpo a come mi sentivo dentro».

Il cambio di vita - Periodo che Antonia ha superato dal 2002: «Quell'anno incontrai una vecchia conoscente, la quale mi disse che, se avessi voluto cambiare vita, mi sarei potuta rivolgere a "La Fenice", associazione di cui era presidente Deborah Lambilotte: mi orientò all'ufficio comunale per le persone disagiate per un percorso di reinserimento lavorativo. Grazie a borse lavoro, uscii definitivamente dalla prostituzione nel 2005».

Secondo Antonia Monopoli la prostituzione transessuale, fenomeno molto presente a Zingonia, non è gestita da un racket: «Ci sono delle sfumature di gestione non esplicite, ma non si può parlare di racket organizzato. Attualmente, allo sportello dove lavoro, erogo consulenza per intraprendere l'iter per transessuali e transgender, oriento le persone verso altri servizi del territorio milanese, lombardo e nazionale. Sono anche "peer educator" in un progetto sulla prostituzione femminile, maschile e transessuale. Mi occupo di consulenze sul transito e di prostituzione transessuale in appartamento, a volte anche di strada».

Dall'apertura dello sportello, a gennaio 2009, sono state assistite 80 persone: «A loro vanno aggiunte 1.906 persone contattate tramite il progetto sulla prostituzione, quelle ascoltate e accompagnate, dal 2002 al 2008, alle associazioni "Crisalide azione trans" e "La Fenice" e come responsabile della "Linea Amica Trans"». Sulla morte di Jessica Rollon, Antonia Monopoli dice: «Credo non sia stato un omicidio legato al racket: più facile sia stata assassinata da un cliente o da uno o più criminali che si son finti clienti per transfobia».

Fabio Conti

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