Comuni e tagli ai servizi sociali
Tante defezioni fra i leghisti

Qualche illustre assente giovedì pomeriggio alla Conferenza dei sindaci a Brembate Sopra si è notato. Soprattutto tra i primi cittadini «lumbard». E il documento preparato dal presidente Callioni è stato approvato, ma con 23 astenuti (pari a 166 mila abitanti).

Qualche illustre assente giovedì pomeriggio alla Conferenza dei sindaci a Brembate Sopra si è notato. Soprattutto tra i primi cittadini «lumbard». E il documento preparato dal presidente Leonio Callioni è stato approvato a larga maggioranza dei presenti (80 comuni favorevoli rappresentanti di 533.500 abitanti) ma con un voto contrario e 23 astenuti (pari a 166 mila abitanti).

Sul tavolo un tema che sta a cuore a enti locali e soprattutto ai cittadini: le misure con cui contrastare i continui tagli ai servizi sociali in un momento in cui i bisogni aumentano per via della crisi economica e dei cambiamenti sociali, in primis l'invecchiamento della popolazione e la denatalità.

Un incontro annuale che ha visto la partecipazione di tutti i principali punti di riferimento in materia di welfare: dalla Regione all'Asl alla Provincia. Eppure c'erano 125 sindaci o delegati del sindaco (su 244).

Abbastanza per garantire la rappresentanza di almeno il 70% della popolazione bergamasca ma comunque con qualche illustre assente tra i Comuni più grossi dell'hinterland oltre al rappresentante dell'Ambito 1. Un'assenza guarda caso dai colori leghisti.

E anche tra i rappresentanti presenti qualche malumore si è avvertito (con una dichiarazione aperta di astensione da parte del sindaco di Treviolo) e con due mozioni messe al voto sul punto riguardante il ruolo delle fondazioni e il sostegno alle famiglie numerose (entrambe bocciate).

La relazione è apparsa, a chi si è espresso, troppo ottimista e qualche accenno è stato fatto anche alla destinazione ultima di questi fondi (molti diretti a famiglie immigrate).

Una posizione che non tiene conto né dei dati reali (i fondi sono destinati in primis a disabili, anziani e minori e le famiglie straniere chiedono aiuti perché quelle bergamasche comunque stanno meglio pure se stanno peggio) né delle aperture del documento.

Un tentativo a denti stretti, nella crisi, di reperire fondi dal settore sanitario e dalle fondazioni, ma anche di fare squadra (welfare plurale) tra comuni ottimizzando i servizi per tutte le famiglie.

Elena Catalfamo

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