L'abbonamento unico non decolla
Le aziende non lo riconoscono

Il fronte del trasporto pubblico (in particolare sulla rete extraurbana) si scalda. Al centro del contendere c'è ancora l'abbonamento «Io viaggio ovunque in provincia», introdotto dal Pirellone e recepito nei giorni scorsi da via Tasso.

Il fronte del trasporto pubblico (in particolare sulla rete extraurbana) si scalda. Al centro del contendere c'è ancora l'abbonamento «Io viaggio ovunque in provincia», introdotto dal Pirellone e recepito nei giorni scorsi da via Tasso.

Dopo l'intervento dell'assessore regionale Raffaele Cattaneo, che (invitando tra l'altro la Provincia a «prendere una posizione più decisa nel far rispettare le delibere») ha chiarito che le aziende sono obbligate ad accettare a bordo l'abbonamento, o scatteranno le sanzioni, dai tre consorzi di Bergamo Trasporti (che gestiscono le tratte extraurbane) arriva la controreplica. Sotto forma di conferma del già espresso «niet»: «Al momento mancano le condizioni per accettare il titolo di viaggio», dice il presidente dei consorzi Est e Ovest, Franco Ferrada.

E, sulla minaccia di sanzioni, commenta: «Su che base ci verrebbero comminate? Mi si dica in cosa abbiamo violato il contratto di servizio. Non siamo contrari all'abbonamento, ma chiediamo il rispetto dei presupposti previsti dalla stessa delibera regionale».

Ovvero, per le aziende, l'inserimento del nuovo titolo di viaggio nel contratto di servizio (stipulato con la Provincia) e «un impegno formale degli enti ad assicurare a fine anno la copertura economica degli eventuali mancati introiti». In realtà il provvedimento regionale già prevede interventi, in caso di perdite certificate, ma per le aziende non basta.

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