Indagato l'assessore Moro
L'accusa: soldi per un appalto

È indagato Marcello Moro, il «Marcello» citato nella telefonata in cui l'imprenditore Pierluca Locatelli parlava di 50 mila euro, che agli inquirenti puzzano tanto di tangente. Per l'esponente locale del Pdl l'accusa parla di corruzione.

È indagato Marcello Moro, il «Marcello» citato nella telefonata in cui l'imprenditore Pierluca Locatelli parlava di 50 mila euro, che agli inquirenti puzzano tanto di tangente. Il nome dell'esponente locale del Pdl - assessore al Personale del Comune di Bergamo, nonché presidente del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca e in passato assessore provinciale all'Edilizia scolastica - è transitato dai brogliacci delle intercettazioni al «modello 21».

Accanto a quello dello stesso Locatelli, il titolare dell'omonimo gruppo con sede a Grumello del Monte arrestato a novembre (ora è libero) nell'ambito dell'inchiesta sulla Brebemi.

Corruzione è il reato che ipotizza la Procura di Bergamo, nell'inchiesta che è uno dei tronconi dell'indagine principale, divisa tra Brescia (traffico illecito di rifiuti) e Milano (corruzione).

E proprio dal capoluogo lombardo era piovuta l'intercettazione che ha aperto la strada ai magistrati bergamaschi. Esaminando le conversazioni captate, a Milano si erano imbattuti nel passaggio in cui venivano menzionati i 50 mila euro e il nome di tale «Marcello», rimasto fin lì anagrafe generica ma ritenuto fin da subito il destinatario della cifra.

Si era inizialmente pensato a una presunta mazzetta per qualche membro del Pirellone: uno dei primi sospettati era l'assessore regionale all'Ambiente, il bergamasco Marcello Raimondi, risultato poi estraneo dopo che lo stesso Locatelli aveva chiarito l'equivoco sull'omonimia.

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