Alle 15 l'ultimo saluto a Nakky
Gli amici: un ragazzo stupendo

La salma di Nakky è arrivata alle 14 di giovedì 3 maggio nella camera ardente della chiesa dell'oratorio di Mariano di Dalmine. Il ricordo dei compagni di classe e dei suoi amici. I funerali saranno celebrati alle 15 di venerdì al nuovo Santuario della Beata Vergine Addolorata

La salma di Nakky, morto la mattina del 1° maggio dopo essersi sentito male nella discoteca Bolgia di Osio Sopra, è arrivata alle 14 di giovedì 3 maggio nella camera ardente della chiesa dell'oratorio di Mariano. In programma per la serata due veglie di preghiera mentre i funerali saranno celebrati alle 15 di venerdì al nuovo Santuario della Beata Vergine Addolorata.

Nakky Di Stefani è morto a 19 anni a causa di un mix di droghe: il ragazzo si è sentito male in discoteca e all'arrivo dei soccorsi era già in coma. Soffriva di un problema cardiaco congenito e, secondo quanto stabilito dal Pronto Soccorso, la diagnosi parlerebbe di «intossicazione esotossica e cardiopatia ipertrofica».

Dalle 15 alla camera ardente del giovane, di origine indiana e adottato da una famiglia di Mariano di Dalmine 9 anni fa, è un via vai di amici, compagni di scuola e di basket - lo sport che Nakky amava molto -, di residenti del posto, mentre la famiglia chiede riserbo e si stringe nel dolore. I compagni di di classe della 4ªA di Ragioneria dell'istituto Einaudi di Dalmine, dopo la preghiera delle 18, hanno proiettato nella camera ardente un filmato con alcune immagini di Nakki, scattate a scuola o durante attività di svago. Fotografie, frasi, e musica che si sono conclusi con un grande «Arrivederci», e sullo sfondo un cielo azzurro e un cuore.

Per loro, che vivevano con lui per cinque giorni alla settimana, è ancora difficile parlare. «Era stupendo – dice Denise, compagna di banco e grande amica di Nakky – quando ci trovavamo alla mattina presto davanti ai cancelli della scuola, parlavamo del più e del meno, e poi entravamo in classe insieme. Non l'ho mai visto arrabbiato, o con la luna storta. Sempre sorridente e solare, basti pensare che quando nelle assemblee di classe si era sul punto di litigare, arrivava lui con una battuta per far ridere tutti. Sono stati tanti i momenti belli passati insieme: abbiamo scherzato, ma spesso si poteva parlare con lui anche di cose serie o del suo passato in India. Voleva tornarci prima o poi, ma solo per vedere come era fatto il suo paese d'origine. "La mia famiglia – diceva – è qui, e il mio Paese è l'Italia", e posso testimoniare che amava molto entrambi».

Nella mattinata di giovedì i compagni sono andati a salutare il loro amico in ospedale, insieme ai professori

In serata, a partire dalle 21,30, la seconda veglia di preghiera, dove hanno partecipato i compagni della Pallacanestro Cral Tenaris Dalmine, squadra in cui Nakky ha militato per 5 anni, e che aveva lasciato da circa un anno e mezzo. Già nel pomeriggio, alcuni dirigenti, allenatori e compagni erano passati a fare visita al feretro, commentando ancora sconcertati la tragica fine di un giovane che per un po' di tempo aveva fatto parte della «grande famiglia del Cral».

Mercoledì, nel frattempo, la questura ha sospeso per 30 giorni le attività della discoteca Bolgia, dove il ragazzo avrebbe assunto il mix di droghe, anche se non a seguito della morte del 19enne bensì per tre episodi precedenti: due aggressioni fuori dal locale e un blitz con sequestro di droga. Una sospensione contestata dai titolari che hanno già presentato ricorso. Questo mentre i carabinieri di Treviglio proseguono nelle indagini per trovare lo spacciatore che ha venduto la droga a Nakky: la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti e con l'ipotesi di reato per spaccio di stupefacenti.

Leggi di più su L'Eco in edicola il 4 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA