Rimborsi sulla tassa per i rifiuti
Bergamo attende 22 milioni

Ventidue milioni di euro. A tanto ammonta l'importo complessivo che lo Stato dovrebbe rimborsare alle circa 128 mila famiglie bergamasche che si sono viste indebitamente applicare, dal 2000 a oggi, l'Iva sulla Tia, la Tassa igiene ambientale.

Ventidue milioni di euro. A tanto ammonta l'importo complessivo che lo Stato dovrebbe rimborsare alle circa 128 mila famiglie bergamasche che si sono viste indebitamente applicare, dal 2000 a oggi, l'Iva sulla Tia, la Tassa igiene ambientale scelta a partire dal nuovo millennio da molti Comuni in alternativa alla Tarsu, la Tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Indebitamente, in quanto due sentenze pronunciate sia dalla Corte di Cassazione (nel marzo scorso), sia dalla Corte Costituzionale (nel 2009), hanno confermato che sulla Tia, riconosciuta come una tassa e non una tariffa, non è applicabile l'Iva del 10%, come invece fatto dalle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti e dai Comuni interessati.

E non potendo quindi applicare una tassa su una tassa, gli importi trattenuti alla voce Iva devono essere restituiti ai cittadini. Ma anche in questo caso, così come accade per decine di migliaia d'imprese italiane, la pubblica amministrazione non pare avere fretta di accreditare bonifici.

Nel 2011 sono stati 47 i Comuni della Bergamasca, capoluogo in testa, ad applicare la Tia (Iva compresa), per un totale di 128 mila famiglie, pari ad oltre 387 mila persone. I Comuni bergamaschi formano, dopo la provincia di Milano, la pattuglia più numerosa in Lombardia in tema di applicazione della Tia.

Mediamente ogni famiglia di Bergamo e dei restanti altri centri orobici coinvolti dovrebbe ricevere dallo Stato, quale rimborso per la tassa della tassa, circa 182 euro, per un importo complessivo di circa 22 milioni.

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