Stazione, l'altro mondo
Imperano degrado e abbandono

Due città diverse a pochi metri di distanza. Due mondi che non si incontrano, al di qua e al di là di un semaforo. Piazzale degli Alpini e la stazione da una parte, con il degrado e l'abbandono, il «centro città» con le sue luci e i negozi dall'altra.

Due città diverse a pochi metri di distanza. Due mondi che non si incontrano, al di qua e al di là di un semaforo. Piazzale degli Alpini e la stazione da una parte, con il degrado e l'abbandono, il «centro città» con le sue luci e i negozi dall'altra, superato l'incrocio con via Angelo Mai.

Il nostro viaggio notturno comincia alla stazione: l'ultimo treno in arrivo è quello delle 0,50 da Milano Centrale e in piazzale Marconi c'è un taxi con due persone in attesa di un passeggero. Tre ragazzi con i trolley aspettano sul marciapiede qualcuno che li venga a prendere. Scesi i passeggeri dell'ultimo convoglio, è il deserto.

Fino alle 4,56, quando partirà il primo treno per Milano Porta Garibaldi, dentro la stazione i soli a muoversi sono gli addetti alle pulizie e i macchinisti. L'ufficio della Polizia ferroviaria è chiuso, chiuso il bar, chiusa la sala d'attesa (dalle 21), chiusi i bagni con un grosso lucchetto. Lo sguardo d'insieme è desolante, la sensazione è di stare in un luogo abbandonato, lasciato a se stesso.

Per entrare alla stazione ci sono diversi varchi, sia da piazzale Marconi che da via Gavazzeni. Camminiamo sul marciapiede verso i binari 5, 6 e 7, nella zona dove il 14 giugno sono state date alle fiamme due carrozze con tutte le polemiche sulla sicurezza che ne sono conseguite. Il servizio di vigilanza notturna predisposto da Trenord è stato sospeso giovedì scorso per ordine del prefetto.

Le unità cinofile erano state ingaggiate per evitare che senzatetto e sbandati occupassero i vagoni e li utilizzassero come dormitori, ma non essendo guardie giurate non avevano i requisiti per effettuare quel genere di servizio. Dal 21 giugno, quindi, tutto è tornato come prima e i vigilanti sono spariti. Un problema per chi deve salire a pulire le carrozze, perché prima entravano spalleggiati dai sorveglianti con i cani, e si sentivano più sicuri.

I primi due immigrati nordafricani arrivano verso mezzanotte, attraversano i binari e si infilano nella zona dello scalo merci. Sono sospettosi, si fermano a guardarci e spiano ogni nostro movimento. Gli addetti alle pulizie nel frattempo salgono sulle carrozze e iniziano a spazzare: un lavoro che dovranno rifare al mattino, dopo che i gruppi di immigrati e tossicodipendenti li avranno occupati per dormire.

«Certo che ho paura, ma devo lavorare...». L'addetta alle pulizie sui treni, una giovane donna di colore, ha lo sguardo sconsolato mentre spazza le carrozze. Ormai è abituata ad avere a che fare con sbandati e tossicomani. Il servizio notturno, dalle 22,30 alle 6, è quello più pericoloso.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 26 giugno

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