Gli amici: sognava Medicina
È giallo sulla morte di Marco

Marco Alecci aveva terminato con successo la 5ª A del liceo scientifico Galilei di Caravaggio. Avrebbe seguito le orme dei genitori, come papà Salvatore, medico di base a Martinengo e la mamma Giuseppina Caccamo, pediatra a Romano.

«Se c'era un ragazzo bravo e a modo quello era Marco. Ci mancherà tanto e tutti noi siamo disperati per quanto accaduto». Poche parole dette con la voce rotta dalla commozione e poi via di sfuggita dentro la casa della famiglia Alecci, da dove Marco se n'è andato per sempre.

Sono gli amici del ragazzo di 19 anni e quelli della sorella tredicenne che alla spicciolata lunedì 23 luglio hanno voluto recarsi in via Dante Alighieri e misurarsi con un dramma più grande di loro. Con gli occhi gonfi di lacrime, c'è chi è arrivato da solo e chi accompagnato dai genitori, anche loro commossi.

Quella che per Marco Alecci si preannunciava come una vacanza gioiosa con le amiche e gli amici di sempre si è trasformata in tragedia nel primo pomeriggio di lunedì, quando la notizia della morte del giovane è stata diffusa in tutta la sua drammaticità dai siti giornalistici e dal tam tam via Facebook. C'è anche chi è arrivato ancora ignaro della disgrazia, sperando in novità positive: speranze infrante che si sono tradotte in lacrime.

Marco Alecci aveva terminato con successo la 5ª A del Liceo Scientifico Galilei di Caravaggio. Avrebbe seguito le orme dei genitori, come papà Salvatore, medico di base a Martinengo e la mamma Giuseppina Caccamo, pediatra a Romano: il prossimo 4 settembre avrebbe dovuto sostenre i test di ammissione alla Facoltà di Medicina dell'Università di Brescia.

Marco cullava la passione per il calcio, giocava come difensore nella squadra juniores della Juventina Covo: «Amava il pallone e sia in allenamento sia in partita dava sempre il massimo di sè» ha ricordato il vice allenatore Davide Premoli.

Il diario virtuale di Facebook mostra che il mare era una delle grandi passioni di Marco: quella che viene chiamata «foto del profilo», ovvero l'immagine identificativa dell'utente, per il diciannovenne di Romano era una spiaggia. L'aveva pubblicata il 6 luglio scorso, due settimane prima di morire proprio così vicino a quel mare che tanto amava, in circostanze che non sono ancora per nulla chiare. Da lunedì la bacheca virtuale di Marco è piena di messaggi dei tanti amici sconvolti per la sua prematura scomparsa. In tanti si chiedevano, soprattutto, come sia potuta accadere una disgrazia così strana. Uno dei 715 amici ha anche pubblicato la foto della squadra di calcio dove, da bambini, giocavano sia lui sia Marco. Poi decine di messaggi di cordoglio e di dolore per un ragazzo di soli 19 anni (li aveva compiuti lo scorso 3 marzo) che, nelle tante foto da lui pubblicate sul social network, si presenta come un ragazzino semplice, un po' pensieroso, divertito con gli amici e più riflessivo da solo.

A portare parole di conforto alla famiglia è giunto anche monsignor Angelo Longaretti, parroco di San Pietro Apostolo ai Cappuccini. «Marco era un ragazzo a modo molto legato alla famiglia e dedito allo studio - hanno ricordato altri vicini -. Questo dramma ha colpito anche tutti noi».

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