Welfare: il Terzo Settore
alza la voce contro la Regione

Il Terzo Settore bergamasco alza la voce contro la Regione che sta varando il nuovo «Patto per il welfare lombardo». Una presa di posizione forte alla luce dell'ultimo incontro a Bergamo con l'assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli.

Il Terzo Settore bergamasco alza la voce contro la Regione che sta varando il nuovo «Patto per il welfare lombardo». Una presa di posizione forte alla luce dell'ultimo incontro a Bergamo con l'assessore regionale alla Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale Giulio Boscagli durante il quale ha etichettato come «espressione di chiara ideologia di estrema sinistra» il documento presentato da associazioni del volontariato, organizzazioni di rappresentanza della cooperazione sociale, organizzazioni sindacali e associazioni degli operatori accreditati del terzo settore bergamasco.

I rappresentanti del Terzo Settore replicano ora con un documento (nell'allegato il testo integrale) firmato da associazioni, sindacati, fondazioni: «L'intento e la natura della consultazione in oggetto non consentono all'assessore di usare l'eventuale individuazione di linee ideologiche come motivo di rifiuto e di discriminazione delle indicazioni fornite. Il confronto, infatti, con il tessuto sociale di un territorio non è assolutamente equiparabile al confronto politico che si esprime nelle appropriate sedi istituzionali. La definizione, per altro tutta da dimostrare, di un orientamento ideologico non giustifica la chiusura del confronto che alluderebbe a un evidente disprezzo del dettato costituzionale e dei principi legati alla Dichiarazione dei diritti fondamentali della persona umana».

Nel testo vengono ribadite «con forza le nostre osservazioni e preoccupazioni»: i temi sono la centralità della persona e della famiglia, il problema del passaggio dall'offerta alla domanda, la questione della riduzione degli enti più vicini ai cittadini nel territorio a meri esecutori di decisioni altrui, la questione dei livelli essenziali di assistenza.

«Ci si aspettava - si legge - che, dopo quindici anni,  si ponesse finalmente a verifica il sistema del Welfare per comprenderne le criticità, ma anche gli aspetti positivi, al fine di migliorarlo. Ciò poteva avvenire valorizzando il territorio e ponendosi in ascolto con spirito collaborativo e senza pregiudizi.
Un patto è un accordo condiviso fra soggetti, nel rispetto dei ruoli e delle competenze: in caso contrario non è un patto, ma un documento confermativo di scelte più ideologiche che ideali».

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