Si studiano le intercettazioni sospette
«Domani Luca vede Rossano»

Il nome del presidente della Cdo di Bergamo, Rossano Breno, compariva già nel corposo fascicolo di intercettazioni telefoniche nell'inchiesta che condusse in carcere Pierluca Locatelli e Franco Nicoli Cristiani.

Il nome del presidente della Cdo di Bergamo, Rossano Breno, compariva già nel corposo fascicolo di intercettazioni telefoniche nell'inchiesta che condusse in carcere Pierluca Locatelli e Franco Nicoli Cristiani. Nessuna conversazione lo riguarda direttamente e il suo telefono non era intercettato. Ma il suo nome ricorre almeno un paio di volte nei dialoghi fra alcuni degli indagati. «Comunque domani mattina Luca (Pierluca Locatelli, ndr) va da Rossano alle 11», diceva l'allora vicepresidente della Cdo, Luigi Brambilla, nel corso di una telefonata ad Andrea David Oldrati, consulente ambientale di Locatelli. Entrambi, ciascuno secondo le sue competenze, stavano lavorando per aiutare la Cavenord (società del gruppo Locatelli) a condurre in porto l'affare Cappella Cantone, ritenuto fondamentale per Locatelli al fine di ottenere un finanziamento bancario.

Il nome di Breno ricorre in un'altra intercettazione, captata da una cimice nascosta nell'Audi Q7 dell'imprenditore di Grumello. Locatelli è in compagnia della moglie e ha appena salutato il funzionario Arpa, Giuseppe Rotondaro, dopo avergli consegnato la cassetta con i famosi 100 mila euro, prima tranche della mazzetta destinata all'ex vice presidente del Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani. Durante la conversazione con la moglie, Orietta Rocca, Locatelli sottolineava che erano proprio i funzionari, come Rotondaro, ad avere «il potere vero». E citava, come esempio opposto, Rossano Breno: «Rossano e quella gente lì, sono capaci anche di dare le botte da sopra, con Formigoni e tutto, però se i funzionari non lo fanno, non puoi mica obbligarli eh...».

È probabile che gli inquirenti abbiano poi voluto approfondire con Locatelli i suoi rapporti con la Cdo di Bergamo: ma i verbali degli interrogatori sono secretati. Sono state nuove affermazioni dell'imprenditore a far scattare l'avviso di garanzia per Brambilla e Breno? Su questo punto il riserbo è massimo. Fra i nomi bergamaschi contenuti nei faldoni delle intercettazioni spuntò anche quello dell'assessore regionale Marcello Raimondi (che non risulta indagato e ha sempre smentito qualunque coinvolgimento). A parlarne erano sempre Brambilla e Oldrati. Alla vigilia di un sopralluogo dell'Arpa a Cappella Cantone i due si telefonarono: «Volevo sapere solo a che ora è il sopralluogo - chiedeva Brambilla - per dire una preghiera». «L'hanno posticipato alle 11,30 con gli amici della Regione», rispondeva Oldrati. «Comunque io vedo il "Nano Ghiacciato" stamattina», afferma Brambilla. «Nano Ghiacciato» è il nomignolo da taluni affibbiato a Raimondi. «Mmm. Bene», commentava Oldrati. «Per cui - aggiungeva Brambilla - gli dico che va tutto bene e chiaramente gli do l'ennesimo input sulla velocità». «Il nemico è quella banda di funzionari - commentò Brambilla al telefono con Oldrati due giorni dopo il controllo - comunque il "Nano Ghiacciato" mi ha detto che in 11 anni di Regione non ha mai visto una resistenza così da parte dei funzionari». I due fecero poi riferimento alla necessità di esercitare pressioni anche sull'assessore regionale Gianni Rossoni e di coinvolgere nella partita anche il noto commercialista Mario Volpi, per richiederne «l'intercessione» - scrivono gli inquirenti - presso le banche, per far ottenere a Locatelli il finanziamento.

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