Indagato Marcello Raimondi
«Non ne so nulla, sono tranquillo»

Nuovo tassello nell'inchiesta su Pierluca Locatelli. Il bergamasco Marcello Raimondi, assessore del PdL all'Ambiente dal 2010, è indagato per corruzione. «Non so nulla in merito al fatto di essere indagato - ha detto Raimondi -. Sono assolutamente tranquillo».

Nuovo tassello nell'inchiesta su Pierluca Locatelli. Il bergamasco Marcello Raimondi, assessore del PdL all'Ambiente dal 2010, è indagato per corruzione. I pm che stanno indagando sono quelli di Milano Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D'Alessio. Secondo gli inquirenti, Raimondi sarebbe coinvolto nelle vicende di corruzione promosse da Locatelli e che avrebbero interessato anche Rossano Breno e Luigi Brambilla alla guida della Cdo. «Non so nulla in merito al fatto di essere indagato - ha detto Raimondi raggiunto telefonicamente -. Sono assolutamente tranquillo».

Raimondi sarebbe coinvolto nella vicenda riguardante la discarica di Cappella Cantone. Nelle intercettazioni in mano agli inquirenti, tra i nomi bergamaschi contenuti nei faldoni, sarebbe uscito il suo nome e, in particolare il suo nomignolo. A parlarne erano sempre il vice presidente della Compagnia delle Opere Luigi Brambilla e il consulente ambietale della Locatelli Andrea David Oldrati. Alla vigilia di un sopralluogo dell'Arpa a Cappella Cantone i due si telefonarono: «Volevo sapere solo a che ora è il sopralluogo - chiedeva Brambilla - per dire una preghiera». «L'hanno posticipato alle 11,30 con gli amici della Regione», rispondeva Oldrati. «Comunque io vedo il "Nano Ghiacciato" stamattina», afferma Brambilla. «Mmm. Bene», commentava Oldrati. «Per cui - aggiungeva Brambilla - gli dico che va tutto bene e chiaramente gli do l'ennesimo input sulla velocità». Il nemico è quella banda di funzionari - commentò Brambilla al telefono con Oldrati due giorni dopo il controllo - comunque il "Nano Ghiacciato" mi ha detto che in 11 anni di Regione non ha mai visto una resistenza così da parte dei funzionari».

Secondo gli inquirenti Raimondi non sarebbe coinvolto in alcun passaggio di denaro, ma sarebbe inserito in un sistema solidale tra persone vicine alla Cdo, in cui il favore di un imprenditore come Locatelli veniva ripagato con favori di carattere politico e amministrativo.

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