Mobilità, tra le richieste EcoLab
anche la fermata Fs all'ospedale

Galeotto fu il tram della Val Seriana, che ha fatto riscoprire ai bergamaschi l'antica passione per il ferro. E non a caso, tra le priorità emerse a conclusione del primo step de L'Eco Lab c'è la ferrovia: nello specifico l'utilizzo metropolitano della linea Ponte San Pietro-Bergamo-Albano. Commenta sul sito de L'EcoLab

Galeotto fu il tram della Val Seriana, che ha fatto riscoprire ai bergamaschi l'antica passione per il ferro. E non a caso, tra le priorità emerse a conclusione del primo step de L'Eco Lab c'è la ferrovia: nello specifico l'utilizzo metropolitano della linea Ponte San Pietro-Bergamo-Albano.

Partendo dalla fermata del nuovo ospedale: «Una scelta capace di coniugare la mobilità con l'elemento sociale», spiega Giorgio Gandola, direttore de L'Eco di Bergamo nella serata di presentazione dei risultati al Centro Congressi Giovanni XXIII. «È il tema che ha riscosso il maggiore interesse», ricorda. Ma anche il più difficile in termini economici: «Non possiamo non prendere atto che investimenti del genere su scala locale non rientrano tra le priorità delle ferrovie», l'amara considerazione di Gianni Scarfone, direttore di Atb. Che sembrano più orientate verso l'alta velocità: «Ma in Francia si è investito contestualmente su questa e sulla rete tranviaria in città di medie dimensioni», incalza Scarfone.

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Le priorità dei bergamaschi
Insieme a lui sul palco, coordinati da Max Pavan, Pierluigi Troncatti, Enrico Bonfatti e Claudia Ratti: rispettivamente presidenti di Axteria, Nuova mobilità e Aribi. Sullo schermo scorrono le priorità indicate dai bergamaschi, come la navetta gratuita per Città Alta, che lascia ovviamente perplesso Scarfone: «Se c'è gratuità per l'utenza, non c'è per la collettività».

«Ma i conti economici stanno in piedi se si ristruttura il sistema della mobilità», provoca Troncatti, che mette il dito nella piaga dei prezzi: «Sono troppo bassi: in questo caso l'offerta fa la domanda». In un Paese «con troppe auto e sistemi di mobilità e infrastrutture scarsi, dove gli investimenti per le aree urbane sono scesi del 35% in due anni».

E allora come ne usciamo? Per esempio rompendo una prospettiva «che ha visto l'auto al centro per 70 anni e che ha evidentemente condizionato le scelte», rileva Bonfatti, che ricorda come «a Bergamo ci siano posti auto quattro volte più che a Berlino».

Lo sguardo al futuro
«Serve una visione complessiva del futuro, diversamente non andiamo da nessuna parte», aggiunge Troncatti. Invito raccolto al volo da chi ha partecipato a questo primo modulo, considerato che le proposte vanno dal potenziamento della bici al polo logistico per le merci, passando per investimenti sull'infomobilità e corsie veloci d'accesso alla città.

Un mix di proposte frutto di un confronto sul web (e ieri alla diretta streaming sul sito www.ecodibergamo.it ci sono stati contatti anche dalla Germania) che «denota una grande attenzione alla città e un forte senso civico», commenta via video Nando Pagnoncelli di Ipsos.

Partner chiave del progetto insieme all'Università: «Iniziative come L'Eco Lab dimostrano come le istituzioni siano forse più indietro rispetto alla società», rileva il rettore Stefano Paleari. Tante soluzioni, non la soluzione, perché il mondo sta cambiando «e la crisi ha favorito la diffusione della bici», spiega Ratti. Peccato solo che i giovani non la usino tanto, considerato che l'utente tipo è del 1958, maschio. Ma ci sono comunque esempi positivi come il boom della Bigi, e tanta voglia di guardare al futuro. E di provare a scrivere insieme quello di Bergamo.

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