Scola, Ouellet, Tagle, Turkson
Ecco i papabili alla successione

Alla notizia della rinuncia di Benedetto XVI, però, appena superato lo stupore è scattata la scintilla che si riaccende ogni volta: chi sarà il successore? E come sempre succede ha cominciato a impazzare il toto-Papa.

Alla notizia della rinuncia di Benedetto XVI, però, appena superato lo stupore è scattata la scintilla che si riaccende ogni volta: chi sarà il successore? E come sempre succede ha cominciato a impazzare il toto-Papa. Da tempo, comunque, ci sono personalità che, all'interno del Collegio cardinalizio, hanno acquistato rilievo, visibilità, anche carisma, tali da farne dei «papabili».

Il nome che più a lungo ha fatto parlare a tale proposito è senz'altro quello del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e in precedenza patriarca di Venezia. Lombardo, 71 anni, una storia di vicinanza a Comunione e Liberazione, Scola ha sicuramente molti sostenitori che ne hanno fatto uno dei più accreditati possibili successori di Benedetto XVI. È un teologo molto apprezzato dal Pontefice tedesco, impegnato nel dialogo interreligioso con al Fondazione «Oasis», e prima a Venezia e poi a Milano ha acquisito anche grande esperienza di «pastore», in due della diocesi più prestigiose al mondo.

Un altro «cavallo di razza» è sicuramente il cardinale canadese Marc Ouellet, 69 anni il prossimo giugno, ex arcivescovo di Quebec e dal 2010 in Curia come prefetto della Congregazione dei Vescovi e presidente della Commissione per l'America Latina. Ouellet è un po' il capofila di quell'episcopato nordamericano che da tempo sta acquisendo sempre più peso nel panorama della Chiesa universale. E dalla sua posizione di prefetto dei vescovi detiene anche un ruolo cruciale, avendo voce in capitolo sulle diocesi sparse in tutto il mondo.

Sempre dal Nordamerica viene un altro cardinale, più giovane, che ha acquisito molti «atout» negli ultimi anni, anche per un ruolo combattivo di capofila di un episcopato come quello Usa apertamente in trincea su molte questioni riguardanti l'etica pubblica e le scelte politiche. Si tratta del cardinale Timothy Michael Dolan, 63 anni appena compiuti, arcivescovo di New York, grande uomo di pubbliche relazioni. Una personalità di grande prestigio, di cui è però difficile valutare appieno il «peso» in termini elettorali, è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Lombardo, 70 anni, biblista di fama mondiale, uomo di vastissima preparazione e impegnato in numerose iniziative di carattere culturale, ha decisamente «svecchiato» l'immagine della Curia, anche con idee come quella recente di far aprire la plenaria del dicastero da un concerto rock. Un nome che era dato tra i «papabili» anche nel precedente Conclave è quello del cardinale honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, 70 anni, arcivescovo di Tegucigalpa e già presidente di Caritas Internationalis.

Se dovesse formarsi una coalizione in favore di un possibile Papa africano, in prima fila potrebbe esserci il ghanese Peter Turkson, 64 anni, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che però, oltre ai molti meriti, ha avuto anche qualche piccolo incidente di percorso, come le polemiche al recente Sinodo sulla nuova evangelizzazione per aver proiettato un filmato molto allarmista sull'invasione islamica in Europa. Un nome nuovo potrebbe essere quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, 56 anni il prossimo 21 giugno. Ha invece un'etichetta da «progressista» l'austriaco Christoph Schoenborn, 68 anni, arcivescovo di Vienna.

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