Una targhetta per calcestruzzi
nel campo dove fu trovata Yara

Dopo il biglietto dell'aereo e i ticket del parcheggio, altri tre oggetti trovati due anni fa dagli investigatori nel campo di Chignolo insieme al corpo di Yara sono stati mostrati dalla trasmissione «Chi l'ha visto?».

Dopo il biglietto dell'aereo e i ticket del parcheggio, altri tre oggetti trovati due anni fa dagli investigatori nel campo di Chignolo insieme al corpo di Yara sono stati mostrati dalla trasmissione «Chi l'ha visto?». Si tratta di una bustina di plastica trasparente di quelle che avvolgono i pacchetti di sigarette, di alcuni frammenti di polistirolo e di una targhetta metallica utilizzata nelle lavorazioni del calcestruzzo.

I tre oggetti, è stato spiegato durante la trasmissione di ieri sera su Rai 3, sono stati trovati nelle vicinanze del corpo di Yara e repertati dalla polizia scientifica. Almeno due di essi – il polistirolo e la targhetta del calcestruzzo – sono legati agli ambienti dell'edilizia, un ambiente che era stato scandagliato a fondo durante le indagini: durante le ricerche di Yara infatti i cani molecolari portarono al cantiere ex Sobea di Mapello, mentre l'autopsia aveva rivelato la presenza di polveri di cantiere sul corpo della ragazzina.

Particolare attenzione è stata dedicata alla targhetta metallica, sulla quale era stampato il nome di una ditta emiliana di edilizia di cui non è stato rivelato il nome: gli inviati della trasmissione hanno raggiunto l'azienda per chiedere informazioni. Dall'impresa hanno spiegato che la targhetta di solito viene messa sul calcestruzzo e che, dal 2008, alcuni operai hanno lavorato a Chignolo per la costruzione di un edificio. Il fabbricato si trova di fronte al campo di Chignolo: la targhetta è stata trovata a 500 metri di distanza dal fabbricato e a una ventina di metri dal corpo di Yara.

Infine si è tornati a parlare del biglietto aereo Casablanca-Orio al Serio e dei due tagliandi del parcheggio dell'aeroporto, trovati sempre due anni fa e mostrati la scorsa settimana dalla trasmissione di Rai 3. Il nome sul biglietto, è stato sottolineato durante la diretta, è di una persona di origini marocchine, ma non è quello di Fikri: il marocchino, contattato telefonicamente dall'inviata della trasmissione, ha spiegato di non conoscere la persona indicata sul biglietto.

Dal parcheggio di Orio, infine, hanno spiegato che non è possibile dai codici dei biglietti risalire alla targa del veicolo e che i filmati delle telecamere che sorvegliano l'area vengono cancellati dopo 15 giorni.

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