Fungo in Terapia intensiva
4 morti sospette, scatta la bonifica

Allarme nella Terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII di Bergamo: l'aspergillo - un fungo capace di provocare gravi infezioni alle vie respiratorie -, è stato individuato nelle sale del reparto dopo alcuni controlli eseguiti in seguito alla morte di quattro pazienti. Ancora da stabilire il nesso causa-effetto tra i due episodi.

Allarme in alcuni ambienti della Terapia intensiva del «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo: l'aspergillo - un fungo capace di provocare gravi infezioni alle vie respiratorie -, è stato individuato nelle sale del reparto dopo alcuni controlli eseguiti in seguito alla morte di quattro pazienti. Ancora da stabilire il nesso causa-effetto tra i due episodi. 

I quattro pazienti deceduti erano ricoverati in condizioni critiche: uno proveniva dalla propria abitazione, un'altro dagli Ospedali Riuniti, gli altri due erano stati ricoverati direttamente nel nuovo ospedale.

L'allarme è scattato una settimana fa proprio in seguito ai quattro decessi, cui ha subito fatto seguito una serie di controlli per verificare che tutto fosse in regola. Purtroppo, però, sembra sia emerso che alcuni filtri dell'aria tra quelli montati nelle sale di Terapia intensiva non fossero proprio tra i più indicati: anzichè montare i cosiddetti filtri «assoluti» - in grado cioè di bloccare anche le particelle più piccole -, sono stati montati filtri un po' meno assoluti, con le maglie - per così dire - un po' più larghe, tali appunto da far passare qualche particella in più. Sembrerebbe (ma la circostanza non è stata confermata) che su qualche bocchetta non fosse nemmeno montato alcun filtro.

Da qui la decisione di dar via ai lavori, in corso da martedì sia per la sostituzione dei filtri sia per la bonifica e la sanificazione complessiva dell'area interessata, tra Terapia intensiva e Rianimazione.

Ancora da stabilire il nesso tra la scoperta dell'aspergillo e la morte dei quattro pazienti, sui quali la presenza del fungo è stata comunque rilevata, anche se non nella forma invasiva, in grado cioè di portare alla morte. Il dato complessivo, peraltro, potrebbe anche rientrare nella casistica internazionale che si registra nelle Terapie intensive degli ospedali. Il fungo poteva teoricamente essere già presente nel corpo dei quattro pazienti deceduti prima del loro arrivo in ospedale. Saranno i periti a stabilire cause e responsabilità.

La bonifica riveste ora un ruolo molto importante, in un reparto tanto delicato. Per consentire il risanamento di ogni singola area interessata, i malati saranno spostati, un blocco di Terapia intensiva alla volta.

Anche la presenza di polvere in ospedale, ancora un cantiere in alcune sue aree, di certo non aiuta a tenere lontano possibili situazioni di pericolo.

«L'azienda ospedaliera - si legge in una nota diffusa dal Papa Giovanni XXIII - sottolinea che nessuna delle morti recentemente registrate in area critica è riconducibile al fungo aspergillo, normalmente presente su tutte le superfici, comprese quelle domestiche. Il fungo può essere presente nell'organismo umano senza che si sviluppi l'infezione, potenzialmente dannosa per la salute solo in pazienti critici, con funzioni vitali già compromesse. A scopo precauzionale l'azienda ospedaliera si è attivata per eseguire i controlli previsti dai protocolli in vigore e dalle linee guida internazionali. Tutti i filtri dell'area critica, adeguati e installati di recente, che filtrano aria presa dall 'esterno, sono stati sostituiti e tutti gli ambienti delle terapie intensive sono stati sanificati senza alcun rischio per la salute dei pazienti».

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