«Nessun collegamento coi decessi»
La Finanza acquisisce i documenti

«L'analisi dei casi di pazienti deceduti in terapia intensiva non evidenzia collegamenti tra l'isolamento dell'aspergillo e i decessi». Lo afferma il «Papa Giovanni XXIII». La Gdf ha acquisito la documentazione sulla presenza dell'aspergillo in Terapia intensiva. Gli atti sono a disposizione della Procura.

«L'analisi dei casi di pazienti deceduti in terapia intensiva non evidenzia collegamenti tra l'isolamento dell'aspergillo e i decessi». Lo afferma in un comunicato stampa diffuso in serata dall'azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII.

«L'isolamento dell'aspergillo, emerso in tre pazienti su quattro da controlli routinari e in assenza di sintomi - prosegue il comunicato - , ha avviato rigorose procedure di controlli sia sui pazienti ricoverati in tutta l'area critica che sugli ambienti stessi, a partire dalla fine di gennaio. La sorveglianza sui pazienti ricoverati viene mantenuta e dalla fine di gennaio non si sono evidenziati altri casi di colonizzazione da aspergillo».

«Va sottolineato - si legge ancora nel documento - che la presenza del fungo nell'organismo umano non equivale allo sviluppo di un'infezione. L'unico paziente che ha sviluppato dei sintomi era unsoggetto sottoposto a due trapianti, con grave rigetto cronico in corso e sottoposto a severa terapia immunosoppressiva. Il paziente presentava infezioni multiple, oltre a grave insufficienza polmonare che richiedeva assistenza respiratoria e a grave insufficienza renale».

«Dal punto di vista ambientale - afferma l'ospedale - la conta particellare eseguita nella Terapia intensiva generale da una società specializzata ha evidenziato la buona qualità dell'aria, in base agli standard ISO e ai ricambi d'aria volumi/ora. Tenendo conto della particolare gravità dei pazienti ricoverati nell'area critica, si è comunque deciso di sostituire i filtri terminali, nonostante fossero già stati sostituiti solo due mesi prima, pochi giorni prima del trasloco avviato il 15 dicembre 2012».

«A ulteriore tutela dei pazienti - specifica l'ospedale -, sono state chiuse le bocchette d'aria della zona che collega l'area pazienti e l'area operatori».

«L'azienda ospedaliera - spiega ancora il comunicato - sta collaborando attivamente con l'Asl (a cui, però, alle 19.30 di giovedì 14 febbraio non era ancora giunta alcuna relazione sull'accaduto da parte della direzione dell'ospedale - n.d.r) e con le autorità inquirenti che hanno richiesto chiarimenti sull'accaduto in seguito alle notizie allarmiste diffuse da alcuni organi di stampa, consegnando tutta la documentazione richiesta e ribadendo che non vi è alcuna epidemia né un nesso causale tra la presenza dell'aspergillo e i decessi verificatisi».

Al «Papa Giovanni XXIII», infatti, nel pomeriggio, la Guardia di Finanza ha preso in consegna la documentazione relativa a quanto accaduto. Gli atti acquisiti sono a disposizione della Procura della Repubblica e sono confluiti in un fascicolo iscritto a modello 45, senza ipotesi di reato e senza indagati.

«L'azienda - conclude il comunicato stampa - ha sempre fornito alle famiglie dei pazienti tutti i chiarimenti del caso, e anche in quest'occasione rinnova la vicinanza ai familiari per la perdita dei loro cari, gravemente provati da patologie lunghe e complesse».

«Siamo convinti che è meglio essere troppo prudenti che non esserlo – spiega Luca Lorini direttore del Dipartimento Area critica – anche perché su questo ospedale c'è giustamente grande attenzione. I filtri hanno durata di due anni, noi li avevamo già sostituiti poco prima del trasloco. Una società specializzata ha eseguito la conta particellare dell'aria e, in base agli standard Iso, il livello è buono ("Leggermente alto" specifica Nicora), sicuramente migliore di quello dei Riuniti».

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